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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 17:50.

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Matteo RenziMatteo Renzi

Forte di 176 comitati nati nel giro di poche settimane, Matteo Renzi torna in Lombardia per la seconda tappa del suo tour elettorale. Dopo il primo giro di incontri, dopo la cena con giovani del mondo economico e finanziario organizzata da Davide Serra, il sindaco di Firenze sarà di nuovo (il 29 ottobre) nella città dove i suoi hanno forti aspettative. È Milano, dice Ivan Scalfarotto «la metropoli dove Renzi può avere un grande successo», perché è la città della «politica partecipativa e innovativa». A Milano, annuncia Giorgio Gori, c'è una forte concentrazione di comitati lombardi. E non tutti coloro che ne fanno parte sono militanti o iscritti al Partito democratico, ci sono molti giovani nuovi alla politica.

Ma sotto la Madonnina Renzi vanta anche diversi sostenitori illustri. Alcuni già usciti allo scoperto, a partire dal banchiere d'affari Guido Roberto Vitale e dal finanziere Francesco Micheli, che hanno partecipato alla famosa cena alla Fondazione Metropolitan. Tra i supporter del rottamatore ci sono anche l'economista Michele Salvati (eletto deputato con L'Ulivo nel '96) e Ivan Scalfarotto, vice presidente dell'assemblea del Pd.

E poi Maurizio Baruffi, il capo di gabinetto del sindaco a Palazzo Marino che è stato portavoce di Giuliano Pisapia durante tutta la campagna elettorale e Anna Scavuzzo, capogruppo in consiglio comunale della lista civica Pisapia. A Brescia con Renzi c'è Alfredo Bazoli, nipote di Giovanni, consigliere comunale eletto nelle liste del Pd.

Tra gli amministratori locali che sostengono il sindaco di Firenze ci sono il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, e quello di Lecco, Virginio Brivio. Ma anche il presidente della Provincia di Pavia, Daniele Bosone, il vice di quella di Mantova, Giovanna Martelli e il suo assessore (alla Cultura e all'Istruzione) Francesca Zaltieri. Tra i consiglieri regionali stanno con il rottamatore Alessandro Alfieri, varesino di nascita, Marco Carra (di Mantova) e il lodigiano Fabrizio Santantonio.

Ora che si è aperta la corsa al Pirellone e già si pensa alle primarie lombarde i renziani chiariscono che non ci sarà un loro candidato. «Sarebbe un fattore di indebolimento del nostro schieramento che oggi ha un'occasione unica che deve saper cogliere nel segno dell'unità», dice Giorgio Gori. Quanto alle primarie nazionali Renzi ha depositato al garante della privacy il ricorso relativo all'albo degli elettori. Lo conferma il presidente dell'autorità per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, al quale il sindaco chiede di valutare se la pubblicità degli iscritti all'albo del centrosinistra violi le norme sulla riservatezza dei dati personali. E Ivan Scalfarotto parla di «gincana» imposta «ai nostri elettori per poter permettere loro di esprimere finalmente la propria volontà».

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