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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 11:57.

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Il dossier fiscale della legge di stabilità è ufficialmente riaperto. Anche se il ministro Vittorio Grilli continua a difendere a spada tratta il provvedimento, al ministero dell'Economia si stanno cominciando a valutare opzioni alternative rispetto all'impianto del testo approdato alla Camera sulla base delle indicazioni arrivate dalla maggioranza. E il capitolo su cui, proprio per effetto del pressing di Pd, Pdl e Udc, si annunciano maggiori novità è quello delle detrazioni e deduzioni. Con il tetto dei 3mila euro che può di fatto essere considerato già saltato.

E anche sulla franchigia, così come del resto sulla retroattività, sono probabili delle novità. Che potrebbero riguardare anche l'Iva. Due, su questo fronte, le opzioni sul tavolo: il ricorso a una clausola di salvaguardia collegata alla revisione delle tax expenditures e magari anche al piano Giavazzi; l'aumento di un punto (o due) della sola aliquota del 21% lasciando invariata quella del 10 per cento.
Ma prima che la matassa possa essere sbrogliata dovrà ancora trascorrere qualche giorno. E non solo perché il premier Mario Monti deve chiudere oggi, con l'incontro con Pier Luigi Bersani (al quale dovrebbe essere presente anche il ministro Vittorio Grilli) il "giro" con i leader della maggioranza.

L'eventuale intesa politica dovrà poi essere tradotta in misure di cui il Tesoro dovrà verificare la compatibilità con i saldi della legge di stabilità. Saldi che, come hanno più volte ribadito Monti e Grilli, sono assolutamente immodificabili così come è immodificabile il percorso tracciato dal Governo per tagliare il traguardo del pareggio di bilancio nel 2013. Non solo: l'esecutivo vorrebbe evitare stravolgimenti del provvedimento. Ci sarebbe spazio, quindi, solo per interventi su singoli capitoli. «Mancano ancora otto giorni al termine per la presentazione degli emendamenti in commissione», ha fatto notare ieri Pier Paolo Baretta (Pd), relatore del provvedimento a Montecitorio insieme a Renato Brunetta (Pdl), per ricordare che la commissione Bilancio deve svolgere molto lavoro e non soltanto di mediazione.

In ogni caso il confronto tra Governo e maggioranza si sta indirizzando sulla fattibilità di soluzioni alternative. E un'ulteriore conferma giunge dall'incontro di ieri pomeriggio a via XX settembre tra Grilli e una parte dello stato maggiore dell'Udc: il segretario Lorenzo Cesa e il capogruppo alla Camera Gian Luca Galletti. I centristi hanno insistito sulla necessità di interventi a sostegno delle famiglie con basso reddito, sull'eliminazione dell'aumento dell'Iva per le coop sociali e della tassazione sulle pensioni di guerra. Il tutto facendo anche leva su modifiche consistenti al capitolo detrazioni. Lo stop a tetto, retroattività e possibilmente franchigia, anche se l'Udc non lo dice, potrebbe essere compensato dalla rinuncia alla riduzione delle aliquote sugli scaglioni Irpef più bassi.

E altrettanto pensa il Pd. Per il momento il Tesoro sembrerebbe disponibile a valutare lo stop al tetto (minor gettito di 170 milioni l'anno più altri 130 legati alla retroattività). Ma ci sarebbe pure la disponibilità a ragionare sulla franchigia anche se in questo caso l'ostacolo della copertura appare più arduo da superare (1,65 miliardi nel 2013). Da Galletti è arrivata anche un'idea su cui il Tesoro starebbe riflettendo: collegare lo stop all'aumento dell'Iva a una clausola di salvaguardia sul l'avvio della revisione delle agevolazioni fiscali. Il Pdl, come ha ribadito Brunetta, spinge però per azzerare subito l'aumento del l'Iva (3,3 miliardi). L'opzione intermedia è quella di far aumentare solo l'aliquota del 21%.

Da sciogliere è anche il nodo della copertura per le altre modifiche chieste dalla maggioranza: dagli esodati alle pensioni di guerra passando per le cooperative sociali, gli incapienti e la sicurezza, sulla quale si allenterà il giro di vite. Copertura che in parte potrebbe essere garantita dal fondo "interventi" di Palazzo Chigi da 900 milioni. Già certo il dietro-front sull'orario degli insegnanti: il ministero dell'Istruzione sta cercando una nuova copertura per rispettare la spending review, che dovrebbe arrivare dai fondi per l'offerta formativa.

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