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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 16:45.

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Il governo va sotto in commissione Lavoro alla Camera dove viene approvato un emendamento alla legge di stabilità - primo firmatario il presidente della commissione Silvano Moffa (Pt) - che allarga le tutele per gli esodati. Sulla proposta il governo aveva dato parere negativo. La modifica alla legge di stabiità, sottoscritta da tutti i capigruppo in commissione, tende a salvaguardare, nel biennio 2013/14, coloro che sono rimasti senza stipendio e senza pensione per effetto della riforma pensionistica. Non si tratta però di un emendamento già operativo nella legge di stabilità.

Ora l'emendamento dovrà ora essere esaminato dalla Commissione Bilancio
La procedura per l'approvazione delle leggi di bilancio (come è quella di stabilità) prevede, infatti, che l'emendamento venga esaminato dalla commissione Bilancio come emendamento proposto dalla XI commissione, quella Lavoro. Dunque il testo approvato non modifica direttamente la legge di stabilità, ma diventerà un emendamento del fascicolo in commissione Bilancio che andrà esaminato nelle coperture e rivotato per diventare effettivamente modificativo della legge di stabilità.

Cazzola non partecipa al voto: ho una proposta mia
L'emendamento ha incassato il sì unanime della commissione Lavoro della Camera (solo Giuliano Cazzola del Pdl non ha partecipato al voto). Cazzola ha presentato una proposta diversa che ha il "pregio" di non aver bisogno di nuovi fondi. «Io - dice infatti - gioco sui risparmi e affido a un decreto del presidente del Consiglio la possibilità di destinare eventuali risparmi a una serie di categorie. Loro invece creano diritti soggettivi».

Contributo di solidarietà del 3%
In particolare l'emendamento proposto dalla commissione Lavoro mira a regolamentare e definire un fondo per gli esodati comprensivo dei finanziamenti già individuati con precedenti decreti, con lo stanziamento del fondo di 100 milioni di euro previsto nella legge di stabilità e un ulteriore somma individuabile sulla base di un contributo di solidarietà del 3% per la parte di reddito che supera i 150mila euro. La finalità è quella di coprire tutte le famiglie di non salvaguardati colpiti dai precedenti decreti governativi.

Una riedizione della proposta Damiano

L'emendamento è la riedizione della proposta dell'ex ministro del Lavoro del governo Prodi e deputato del Pd, Cesare Damiano, bocciata da Governo e Ragioneria dello Stato. Il contributo di solidarietà é «deducibile dal reddito complessivo» e si aggiunge al fondo dei 100 milioni già previsti dalla legge di stabilità e ai risparmi derivanti dai due decreti del governo sugli esodati.

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