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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2012 alle ore 16:45.

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«È una condanna politica, incredibile e intollerabile. È senza dubbio una sentenza politica come sono politici i tanti processi inventati a mio riguardo». Lo ha detto Silvio Berlusconi ai microfoni di Studio Aperto. E ancora: «Io e miei avvocati ritenevamo impossibile una condanna. Le motivazioni della sentenza sono fuori dalla realtà».
«So che certamente non si può andare avanti così. Si deve fare qualcosa», e con certi giudici «un Paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa di essere una democrazia. dispiace ma è così» e «per me non esiste nessuna connessione» tra la condanna al processo Mediaset e il ritiro dalla politica, ha poi aggiunto il cavaliere.

Numerose le reazioni giunte alle agenzie appena dopo la lettura della sentenza. «Ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi
giungano in fretta» dichiara prontamente il segretario politico
del Pdl, Angelino Alfano, commentando la condanna in primo grado
di Silvio Berlusconi nel processo per i diritti tv Mediaset.

«Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si é fatto e nonostante la continua delegittimazione e
denigrazione dei magistrati, la verità é venuta a galla» afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Da oggi, aggiunge, «gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente, colpevole di frode fiscale e con l'interdizione
dai pubblici uffici per i prossimi tre anni».

Fedele Confalonieri, assolto dai giudici per non avere commesso il fatto nell'ambito del processo Mediaset sui diritti tv, si dice «solo moderatamente soddisfatto perchè dispiaciuto per la condanna di Silvio Berlusconi» secondo quanto riferisce il suo legale Vittorio Virga.

«No comment, aspetto le motivazioni» ha dichiarato Niccolo' Ghedini, uno dei legali di Berlusconi, commentando a caldo la condanna per l'ex premier.

«Le sentenze non vanno commentate, solo rispettate. Berlusconi ha avuto sentenze positive, di prescrizione e di condanna. Ma questo non é oggetto di confronto politico. E comunque, per fortuna, non lo é più».
Cosi il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, a Palermo, commentando la notizia.

«Me ne dispiaccio e gli confermo il mio affetto e la mia stima»: così il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha commentato la condanna. Il governatore non ritiene che la decisione di non candidarsi
nuovamente dell'ex premier sia dovuta ai guai giudiziari. «Credo di no - ha detto - ha affrontato tanti processi».

«Non si tratta di una sentenza ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale ma anche l'interdizione di tre anni dai pubblici uffici. Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia, in primo luogo contro Berlusconi» dice il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.

«Ora é chiaro a tutti perché Berlusconi ha annunciato che non si ricandiderà a presidente del Consiglio» dichiara il presidente dei Senatori Idv, Felice Belisario. «I gravissimi reati ravvisati dai giudici nella compravendita dei diritti Tv da parte di Mediaset - osserva Belisario - pensano come un macigno sull'ex premier, che da politico ed imprenditore ha amministrato in modo spregiudicato contro gli interessi del paese. Infatti, dovrà risarcire, insieme ad altri, 10 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate, oltre ad essersi meritato la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici: una vergogna senza uguali nel mondo. Conoscendo il soggetto, Berlusconi continuerà a voler stare in Parlamento per sfruttare l'immunità parlamentare, ma i cittadini lo hanno da tempo giudicato poco degno di rappresentarli».

«Abbiamo sempre contrastato Berlusconi su piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso» afferma in una nota il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.

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