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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2012 alle ore 15:48.

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Tomás Saraceno, On Space Time Foam, 2012. L'installazione in HangarBicocca (Foto di Alessandro CocoCourtesy Fondazione HangarBicocca, Milano)Tomás Saraceno, On Space Time Foam, 2012. L'installazione in HangarBicocca (Foto di Alessandro CocoCourtesy Fondazione HangarBicocca, Milano)

Come in quei sogni ricorrenti in cui ti ritrovi a scalare una montagna sospesa nel vuoto. Così l'artista argentino Tomas Saraceno ha deciso di far sentire i suoi ospiti all'Hangar Bicocca di Milano. I visitatori dell'installazione On space time foam aperta al pubblico fino al 3 febbraio restano per 15 minuti appesi a 20 metri di altezza sopra una bolla di plastica riempita d'aria. Si firma una liberatoria, in cui si esonera l'organizzazione da ogni responsabilità. Si depositano orecchini, bracciali e ci si toglie le scarpe: pronti per l'esperienza artistica che Saraceno ha scelto di farci provare, sperimentando la fatica di fluttuare nell'aria.

Mentre fai la fila per entrare (si sale sulla bolla in gruppi di 10 persone alla volta), vedi gli altri uscire prima di te con qualche chilo in meno. Sudati e trafelati dal tuffo nel vuoto. Quando è il tuo turno, sali sulle impalcature fino all'ultimo piano dove dal ballatoio puoi vedere tre membrane di plastica agganciate alle pareti, distese per 400 metri quadri e alte 6 millimetri ciascuna: scandiscono lo spazio in quattro camere d'aria sigillate. Tu puoi scegliere in quale infilarti: quella più in alto, la più gonfia, dove al primo passo si sprofonda fino a un paio di metri, ma è una sfida scalarla; quella in mezzo che oscilla e si gonfia a seconda di come si muovono i visitatori e dell'aria pompata dai macchinisti; quella più in basso a forma di conca, che ti culla; e sotto poi il vuoto fino al pavimento. Il movimento di ciascun visitatore è lagato a quello degli altri: avvicinandosi troppo si rotola e si sprofonda insieme; l'aria si distribuisce meglio stando lontani. E per risalire sul ballatoio, bisogna aspettare che l'aria ti sollevi per agguantare la scaletta.

L'artista trentottenne concepisce le sue opere come dei test: conta soprattutto l'interazione con il pubblico, non tanto l'opera in sé. Che comunque vista da sotto (da chi passeggia col naso in su sotto le membrane di plastica) sembra quasi un'acquario con tanti pesci che si muovono, oppure una città volante dove gli uomini camminano sulle nuvole. L'Hangar Bicocca ospita la sua ultima opera legata al concetto del "volo". Cloudy City, la sua installazione sulla terrazza del Metropolitan Museum fino al 4 novembre, ha sbancato il botteghino a New York.
Per tuffarsi nell'opera di Saraceno non occorre pagare (l'ingresso è gratis), l'importante è munirsi di buona volontà: scalare una bolla, per quanto morbida sia, è un'impresa faticosa. Meglio indossare qualcosa di comodo e lasciarsi trasportare dai rigonfiamenti: mai opporsi all'aria, è fatica sprecata.

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