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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 11:00.

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Anche il settore energetico risente duramente della crisi...
In settembre i consumi di energia hanno segnato un -6%. D'altra parte la crisi della produzione si riflette subito nei consumi energetici. Quindi è inevitabile una flessione della domanda. Ciononostante Sorgenia, che è nata solo 12 anni fa, è ormai una realtà solida, con una importante quota di mercato e non potrà che avere buone prospettive appena i consumi torneranno a crescere. Poi c'è Kos, che è la più grande azienda italiana nel settore delle residenze per anziani e riabilitazione, un settore di sicuro sviluppo per gli andamenti demografici e per l'inevitabile ridimensionamento del settore pubblico. E il Gruppo Espresso che presenta i migliori indici di performance di settore in Italia.

Prima di parlare dell'editoria, dove lei conserverà il suo ruolo, possiamo immaginare che con il passaggio di consegne vi saranno cambiamenti strategici nella guida del gruppo. Cosa devono aspettarsi gli azionisti?
È una domanda che evidentemente va fatta a quelli che d'ora in poi avranno la piena responsabilità del Gruppo. Ma penso di poter dire che, in momenti come questi, occorra consolidare le posizioni esistenti. È questa la priorità nella situazione di crisi mondiale in cui siamo, anche perché la visibilità del futuro è molto scarsa. Poi, certo, il nuovo assetto, con l'innesto delle nuove competenze, porterà nuovi stimoli, idee, progetti.

Lei intanto farà l'editore "puro".
Concentrerò le mie attenzioni su quella che è stata sempre la mia passione. Una passione che si è accresciuta da quando nel 2009 ho tenuto la presidenza dell'Espresso, come unica carica all'interno del gruppo. Potermi dedicare a questo settore, con Mondardini capo azienda ed io editore e punto di riferimento, mi dà grandi stimoli. E poterlo fare interamente da editore puro, in un Paese dove questo è così raro, è un'opportunità e un motivo di soddisfazione in più.

Anche l'editoria, però, è in un momento di grande sofferenza. Si rendono necessarie misure difficili. A «Repubblica» i giornalisti hanno scioperato proprio due giorni fa.
Abbiamo davanti problemi molto seri. C'è una profonda crisi mondiale della carta stampata. E c'è lo specifico problema italiano di un calo di pubblicità che raggiunge il 25% in ottobre. Una realtà che impone inevitabilmente una revisione dei perimetri e delle azioni su cui ci si focalizza. Bisogna ragionare in modo strategico sul futuro, facendo oggi quanto occorre perché questo futuro ci sia.

Diventano cruciali gli investimenti nelle tecnologie digitali...
Noi vantiamo di essere stati i primi a dedicare molte risorse al digitale. Non a caso siamo il primo sito news italiano e, proprio nelle scorse settimane, abbiamo lanciato una nuova iniziativa editoriale tutta digitale, l'Huffington Post italiano. Continueremo su questa strada.

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