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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 18:22.

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Il Governo ha trovato l'intesa sulla legge di Stabilità. Nella nuova versione, salta a sorpresa la retroattività sulle nuove norme in materia di detrazioni e deduzioni. È questo uno dei punti chiave dell'accordo politico tra governo e maggioranza sulle norme di bilancio di fine anno. I relatori, Pier Paolo Baretta (Pd) e Renato Brunetta (Pdl), insieme al relatore del ddl bilancio, Amedeo Ciccanti (Udc), hanno trovato l'intesa nel corso di un incontro nel pomeriggio alla Camera con il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

Oltre alla retroattività, salta anche il taglio alle aliquote Irpef
Stop anche alla riduzione delle prime due aliquote Irpef per finanziare interventi sul cuneo fiscale e il mantenimento dell'aliquota del 10%. Le risorse che si renderanno disponibili grazie allo stop al taglio delle aliquote Irpef serviranno a sterilizzare l'aumento dell'aliquota Iva del 10%, mentre quella del 21% al momento è destinata a aumentare di un punto così come già previsto. Per tetti e franchigia, invece, «il Governo si riserva di dare risposte».

Privilegiati i lavoratori dipendenti
«Nell'ordine - ha precisato il relatore Baretta - prima si provvederà a evitare l'aumento dell'Iva e quindi si redistribuiranno le risorse residue dal mancato taglio delle aliquote al costo del lavoro, privilegiando per il 2013 i lavoratori dipendenti, e dal 2014, una volta valutate le risorse disponibili, anche le imprese». Brunetta ha invece «dato atto al Governo che ci sarà una buona riscrittura del testo». Secondo il parlamentare del Pdl «sarà riscritta interamente e sarà più intelligente».

Più fondi destinati a famiglie e imprese
L'intesa prevede anche che siano indentificate le destinazioni del Fondo di 900 milioni a disposizione di Palazzo Chigi, privilegiando gli interventi per il sociale. Eventuali risorse «aggiuntive, vere e accertate derivanti spending review e dismissioni dovranno essere assegnate a uno o più fondi destinati a famiglie e imprese». Per Ciccanti, l'intesa raggiunta con il Governo è positiva: «È stato rafforzato il terzo pilastro, viene promossa l'equità attraverso la crescita». Grazie alle nuove misure si coniugano, spiega, «rigore, equità e crescita».

Il codacons: «Prendono in giro le famiglie italiane»
«Si tratterebbe di una buona notizia, se non fosse una presa in giro delle famiglie italiane». Così il Codacons commenta la decisione del governo di non aumentare l'Iva al 10%, compensando il minor gettito con il salto della riduzione delle aliquote Irpef. «La riduzione di gettito per non aver ritoccato l'aliquota del 10%, infatti, - prosegue l'associazione - é di 2,324 miliardi, a fronte di un maggiore entrata che, per la sola mancata diminuzione di un punto delle prime due aliquote Irpef é pari, per il 2013, a 4,271 mld, ossia quasi il doppio».

Il Governo, quindi, dice ancora il Codacons, «avrebbe maggior spazio per non ritoccare anche l'aliquota del 21% se non volesse nuovamente intervenire a favore delle imprese, riducendo il cuneo fiscale. Un errore, questo, colossale. Monti, infatti, si ostina a dare ossigeno ad imprese che non possono guarire fino a che gli italiani non ricominceranno ad acquistare i loro prodotti. Ecco perché andrebbero indirizzate tutte le risorse che si rendono disponibili alle famiglie e soltanto a loro».

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