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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2012 alle ore 14:38.

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Condominio, multe stradali, divorzio breve. E sullo sfondo anche avvocati, professioni senza ordini, fisco. Non avranno lo stesso clamore della legge di stabilità. Non alimenteranno lo stesso dibattito politico della legge elettorale. Eppure sono a incidere più da vicino (e quindi più radicalmente) sulla vita quotidiana dei cittadini. Sono le riforme appese a un filo, quello della fine legislatura. Se non ci sarà un colpo di reni o una volontà parlamentare ben delineata, rischiano di non vedere la luce. Così saranno vanificati tutti i passi avanti (audizioni, sedute di commissione e di aula, votazioni) già effettuati e bisognerà ricominciare daccapo nella prossima legislatura. In realtà, non sono tutte nella stessa condizione. Qualche disegno di legge almeno allo stato attuale potrebbe avere più cance rispetto ad altri di farcela.

Condominio
Se fosse quotata da qualche bookmaker, una scommessa sull'approvazione sulla riforma del condominio ripagherebbe sicuramente di meno rispetto alle altre. È, infatti, il disegno di legge che ha più chance di vedere la luce. Uno snodo importante è previsto già per martedì 6 novembre, giorno in cui scade il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Giustizia (che, tra l'altro, deciderà in sede deliberante e quindi senza dover passare per l'aula di Palazzo Madama). L'intenzione manifestata nei giorni scorsi dal sottosegretario al ministero della Giustizia, Salvatore Mazzamuto, è quella di chiudere la partita direttamente al Senato. Per farlo, bisognerebbe evitare di apportare anche la minima modifica al testo che è arrivato dalla Camera. Tra i senatori, invece, potrebbe esserci anche il tentativo di fare qualche ritocco, concordando poi un passaggio veloce per la lettura finale a Montecitorio. Anche se così qualche rischio in più si correrebbe in caso di scioglimento anticipato del Parlamento rispetto alla scadenza naturale della prossima primavera.

Multe stradali e divorzio breve
Il traguardo sembra più difficile per i disegni di legge sulle modifiche al Codice della strada e per quello che punta a ridurre da tre a un anno il tempo d'attesa per chiedere il divorzio dopo la separazione. Nel primo caso, il progetto è in commissione Trasporti alla Camera. Tra le altre modifiche, quella di maggiore impatto potrebbe essere lo sconto del 20% per chi paga le multe stradali entro cinque giorni. Resta da capire se ci sarà uno sprint già dai prossimi giorni per provare un'approvazione rapida e spedire il testo al Senato in tempo utile. Anche il divorzio breve è in prima lettura. Dopo l'esame in commissione Giustizia alla Camera, il testo è passato all'esame dell'aula già lo scorso 21 maggio. Da allora, per, poco o nulla si è mosso, anche perché la discussione sul progetto che ha come primo firmatario Maurizio Paniz (Pdl) è finito in coda ai vari provvedimenti economici e alla conversione dei decreti legge. La questione è ritornata di attualità negli ultimi giorni dopo la denuncia lanciata dall'Ami (associazione di avvocati matrimonialisti) secondo cui si rischia di fomentare il fenomeno del «turismo divorzile» con la «possibilità di rivolgersi al giudice straniero per ottenere in pochi mesi e a basso costo il divorzio all'estero, valido ed efficace in Italia».

Le altre partite aperte
Soprattutto il Senato può diventare un crocevia importante per capire se altre riforme avranno un futuro o meno. Allo stato attuale sono all'esame dei senatori la disciplina delle professioni non regolamentate (vale a dire quelle senza un ordine) e la delega fiscale, che seppure in tempi diversi hanno già avuto il via libera della Camera. E a breve si aggiungerà anche la riforma dell'avvocatura licenziata da Montecitorio proprio mercoledì 31 ottobre. Anche questi tre progetti sono appesi a un filo. Ce la faranno?

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