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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2012 alle ore 13:28.

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SHANGHAI Dal nostro corrispondente
Quarantuno anni fa il jet di Lin Biao si disintegra sui cieli della Mongolia mentre il fedelissimo di Mao tenta una rocambolesca fuga in Unione Sovietica dopo aver cercato di assassinare il Grande Timoniere. Qualche mese fa Bo Xilai viene travolto inesorabilmente dai uno dei più colossali e intriganti scandali nella storia della Repubblica Popolare Cinese.
Dopo la recente espulsione di Bo dal Partito Comunista sono stati versati fiumi d'inchiostro sulle storie incrociate dei due leader rossi finiti nella polvere proprio mentre erano arrivati a un passo dal potere. C'è chi vede nelle due vicende tante similitudini. E chi, invece, troppe diversità.
A ben guardare, le tragiche parabole umane e politiche di Lin Biao e di Bo Xilai hanno sicuramente un minimo comune denominatore: la totale opacità che circonda le stanze del potere cinesi.
Oggi come mezzo secolo fa, infatti, nessuno è in grado di spiegare come e perché in Cina si diventa leader. Chi era davvero Lin Biao? E chi è davvero Bo Xilai? Ma, soprattutto, chi sceglie gli uomini politici che guidano le sorti della seconda superpotenza mondiale? Chi li nomina? Chi li sostiene? Con quali mezzi? E tramite quali meccanismi?
Questioni inquietanti, oggi di particolare attualità perché l'8 novembre, a Pechino, si aprirà il Diciottesimo Congresso del Partito Comunista Cinese che dovrà sancire una transizione di potere decennale. Una transizione dettata da una liturgia oscura e astrusa, il cui copione è stato scritto molto tempo addietro, cioè durante il precedente Congresso del 2007.
In sostanza, il conclave rosso manderà in pensione la Quarta Generazione di comunisti cinesi, la stessa che dieci anni fa di questi giorni salì sul ponte di comando di Pechino pensionando a sua volta la Terza. Salvo terremoti dell'ultima ora, i due uomini di punta della Quinta Generazione destinati a guidare la Cina per i prossimi dieci anni saranno Xi Jinping, che diventerà segretario del Partito e presidente della Repubblica al posto di Hu Jintao; e Li Keqiang, che raccoglierà da Wen Jiabao il testimone di premier.
Fin qui tutto chiaro. Ciò che non è chiaro, invece, è cosa accadrà all'interno del Comitato Permanente del Politburo, la ristrettissima stanza dei bottoni che detta le linee guida della politica cinese.
Il ruolo e l'autorità dell'organo supremo del Partito ha subito diversi cambiamenti nei sessant'anni di storia della Cina comunista.
Quando a Pechino regnavano Mao e Deng, la funzione del Comitato Permanente era di fatto assai ridotta, perché le decisioni cruciali le prendevano i due imperatori rossi consultandosi al più con la loro ristrettissima cerchia di fedelissimi.

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