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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2012 alle ore 20:35.

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C'è l'accordo, dopo un lungo confronto, tra le associazioni delle imprese sul tema della produttività. In serata Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative hanno siglato un documento condiviso superando le distanze che erano emerse nei giorni scorsi. E su questa base, «una formulazione unitaria che tutti riteniamo soddisfacente», ha spiegato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi parlando anche a nome delle altre associazioni, verrà aperto il confronto con i sindacati. Già «nelle prossime ore» le imprese inviteranno le organizzazioni sindacali a sedersi presto, nel giro di pochi giorni, a un tavolo.

Il commento del sindacato
Se la partita si gioca su «abbassamento delle condizioni salariali e dei diritti dei lavoratori», è lo stop che invece arriva dalla Cgil, il confronto tra le parti sociali sulla produttività non ha molte chance di chiudersi con una intesa. Una posizione sottolineata dalla leader del sindacato di Corso Italia, Susanna Camusso, in trincea di fronte al pressing di «ministri impenitenti» e alla «guerra tra imprese»: «Credo, forse mi sbaglierò - dice -, che per quanto riguarda l'accordo sulla produttività non si vada da nessuna parte». Anche perchè appare una «volontà di scaricare tutti gli effetti dell'operazione sulle tutele contrattuali e degli orari e c'è una guerra tra imprese che si svolge sull'abbassamento delle condizioni salariali e dei diritti dei lavoratori». E dopo il no all'invasione di campo del governo arrivato ieri da Cisl e Uil, anche la leader della Cgil avverte: «C'è bisogno di difendere la struttura della contrattazione anche da ministri impenitenti, che parlano troppo».

Reazioni innescate dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ieri aveva indicato le linee che per l'esecutivo dovranno caratterizzare l'accordo, ed essere poi sancite da un decreto, a partire dal «depotenziamento degli automatismi» contrattuali compresa la «rinuncia» all'indicizzazione automatica dei salari all'aumento dei prezzi.

È in sintonia con Elsa Fornero il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, che ha ribadito: «Gli automatismi salariali che non tengono conto delle differenze di settore e di azienda, non sono utili per rendere più competitivo il Paese»; ed ha poi puntualizzato che il Governo, che ha messo sul piatto risorse per 1,6 miliardi, ritiene «necessario premiare fiscalmente» aumenti di produttività che siano «effettivi».

Anche per il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, «non si può immaginare di incrementare oltre il limite sopportabile la produttività del lavoro impoverendo contemporaneamente i lavoratori in termini economici e normativi».

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