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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 17:07.

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Oltre un anno di preparazione per recuperare un ritardo ben più lungo. Il decreto che battezza gli incentivi per le semi-ignorate energie rinnovabili termiche (quelle che servono a produrre direttamente calore e acqua calda dal sole o da altre fonti verdi) è stato presentato dai ministri Passera e Clini. Un'ottima idea, da tempo oggetto delle sollecitazioni delle associazioni dei consumatori, degli esperti e dell'industria e delle stesse amministrazioni pubbliche.

I primi avranno un concreto aiuto, con un rimborso del 40% delle spese sostenute per le apparecchiature, che potranno così produrre un beneficio economico netto in appena un paio di anni anche grazie ai risparmi sul costo energetico che si possono ottenere. Gli esperti plaudono ad una misura intelligente e lungimirante, che oltretutto è strettamente legata ad altre iniziative di promozione dell'efficienza energetica, sottolineando semmai il ritardo nel via libera. L'industria brinda su due versanti. Il decreto dedica incentivi soprattutto agli impianti di minori dimensioni, quelli dedicati alle famiglie ma anche alle piccole imprese. Ci sono poi le imprese manifatturiere italiane delle energie termiche, ben qualificate e già allenate, che possono giocarsela alla grande nella competizione internazionale su queste apparecchiature.

E anche le amministrazioni pubbliche avranno i loro vantaggi, perché il decreto riserva loro addirittura qualche attenzione particolare per promuovere le installazioni rinnovabili termiche negli edifici della burocrazia ma anche, ad esempio, nelle scuole. Con la speranza, tutti insieme, che possa nascere almeno su questo versante quella "filiera" industriale che nel solare fotovoltaico è finora mancata.

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