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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2012 alle ore 08:31.

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Il Pil si contrae dello 0,9% (-3,5% annualizzato) tra luglio e settembreIl Pil si contrae dello 0,9% (-3,5% annualizzato) tra luglio e settembre

Non solo nell'Eurozona: la recessione ora fa paura anche in Giappone. La prospettiva appare vicina dopo che il prodotto interno lordo nel periodo luglio-settembre si è contratto dello 0,9% _ ovvero a un tasso annualizzato di -3,5% _ e molte indicazioni fanno pensare che il trimestre in corso confermerà il nuovo trend negativo. Il calo dell'export (specialmente verso Cina ed Europa), la diminuzione degli investimenti di capitale e il rallentamento della domanda interna (in parte legato alla scadenza di alcuni incentivi, come quelli per le auto ecologiche) appaiono a molti economisti come fattori destinati a pesare anche nei prossimi mesi, mentre lo yen resta su livelli forti.

Il primo ministro Yoshihiko Noda ha dichiarato che il Governo reagirà "con un senso di urgenza" e non è escluso che la Banca centrale _ già reduce da una doppia manovra di ulteriore espansione della politica monetaria _ possa rafforzare ancora i suoi programmi di acquisto di asset (probabilmente non settimana prossima, ma a dicembre). Il ministro delle politiche economiche Seiji Maehara _ interessato a mostrarsi pessimista per moltiplicare le pressioni sulla banca centrale _ ha ammesso di non poter escludere che il Paese sia entrato in una fase recessiva, visto che export e produzione appaiono destinati a restare deboli senza poter trovare una adeguata compensazione nella domanda interna.

L'inversione di tendenza è molto netta rispetto all'inizio di quest'anno, quando il dispiegarsi della manovra di stimolo economico incentrata sulle spese per la ricostruzione del Giappone settentrionale post-tsunami aveva posizionato il Paese all'avanguardia della crescita tra quelli avanzati. Tuttavia già nel secondo trimestre il ritmo era rallentato, tanto che gli ultimi dati hanno rivisto la crescita del Pil tra aprile e giugno a un modesto 0,1%. Nel terzo trimestre, a pesare di più è stata la contrazione degli investimenti di capitale (per 3,2 punti percentuali) seguiti dalla domanda esterna (0,7%) e dai consumi (0,5%). L'export è diminuito del 5% e dalla fine dell'estate sono esplose le polemiche con la Cina relative a un contenzioso territoriale, che hanno provocato una sorta di semi-boicottaggio delle merci nipponiche. Visto che il contagio dei problemi europei e del rallentamento cinese ha cominciato a proiettarsi su altri Paesi emergenti, per il Sol Levante il contesto della domanda esterna appare tutt'altro che favorevole, almeno sul breve termine. Noda potrà approfittarne per spingere su direttrici controverse, come l'adesione ai negoziati commerciali per la Trans-Pacific Partnership (incentrati sugli Usa), mentre attende l'ok europeo all'avvio di trattative di libero scambio. Ma questo riguarda il medio-lungo termine.

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