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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2012 alle ore 21:38.

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Dedica le sue tre stelle fiammanti a Fabrizio, che non c'è più. Enrico Crippa, sempre più ascetico, riceve il riconoscimento più agognato da qualsiasi chef ai quattro angoli del mondo, con la compostezza che gli è naturale. Ti aspetteresti che si mettesse a saltare dalla gioia, chissà da quanti anni ha sognato questo momento. Lui invece ricorda Fabrizio.Uno della squadra. Lo ha detto chiaramente Crippa, alla presentazione della 58ma edizione della Guida Michelin che lo ha premiato come unico nuovo tre stelle italiano: "la vera ricetta anti-crisi sono le individualità che fanno squadra".

Per l'occasione era venuto a Milano il nuovo capo mondiale della Rossa, il simpatico Michael Ellis, molto lontano dall'algida managerialità del predecessore, amante dell'Italia a tal punto da non aver dimenticato la lingua imparata in gioventù durante un anno di studi a Bologna (che ancora gli fa rimpiangere il ragù).

Crippa, minuto e apparentemente fragile nella foto-ricordo con gli altri premiati, in realtà ha espresso tenace linearità e chiarezza d'intenti. Una cucina sempre più legata al territorio. "Ormai è l'orto che comanda" ha detto riferendosi ai tre ettari in cui coltiva erbe, frutta e verdura e da cui trae ogni giorno ispirazione. Fortissima l'impronta del periodo giapponese, da cui ha ereditato rigore e attenzione maniacale alle materie prime. "In fondo gli italiani assomigliano ai giapponesi: anche noi come loro riusciamo sempre a rialzarci".

Ma forse la terza stella non sarebbe planata su Alba se dietro al ristorante Duomo non ci fosse un uomo come Bruno Ceretto, il produttore vinicolo appassionato di cibo che ha fortemente perseguito questo risultato e ha sempre sostenuto lo chef. Perché bisogna pur dirlo: tenere un locale al livello richiesto a un tre stelle Michelin, soprattutto in tempi come questi, richiede volontà, tenacia e forza finanziaria. Quindi chapeu!

La Rossa 2013 ha portato come sempre gioie e dolori. In tutto 307 ristoranti stellati (+11% negli ultimi tre anni), tre chef che hanno ottenuto la seconda stella, 25 che hanno agguantato la prima ma anche qualche retrocessione. Quella più sonante è avvenuta a Soriso, dove il ristorante della famiglia Vallazza, dopo molti anni, ha perso la terza stella. La Taverna del Capitano di Massa Lubrense retrocede a una stella, così come Trussardi alla Scala, ma qui per il cambio della guardia recentemente avvenuto. Tra i nuovi stellati l'enfant prodige è Lorenzo Cogo, 26enne di Marano Vicentino che dopo aver molto girato per il mondo è tornato a casa con una proposta gastronomica coraggiosa e visionaria (a volte ai limiti dell'eccesso). Premiato a Milano Andrea Aprea del Vun, il ristorante gourmet del Park Hyatt, a Venissa, nella splendida cornice voluta da Bisol, la talentuosa Paola Budel.

Tre nuovi due stelle: Lionello Cera di Lughetto di Campagna Lupia, Emanuele Scarello di Udine e Sandro Serva di Rivodutri (Rieti).

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