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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 07:55.

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Il tema degli sconti Irpef è succoso, soprattutto mentre la campagna elettorale inizia a scaldarsi. Così i deputati della commissione Bilancio hanno discusso fino a tarda notte sulle modalità di distribuzione dei benefici.

L'impianto dell'intervento è ormai definito, ma il dibattito si è acceso sulla gerarchia degli sconti: sul tavolo della commissione è arrivata una proposta dei relatori che rivede i numeri ipotizzati ieri, in breve aumentando l'attenzione nei confronti delle famiglie con figli piccoli e di quelle con bambini e ragazzi portatori di handicap. A "pagare" la novità sarebbero i genitori di figli con più di tre anni, che si vedrebbero aumentare i benefici fiscali in misura un po' inferiore rispetto a quanto previsto nell'emendamento di martedì. Tra le novità in arrivo anche la proroga per le detrazioni dei figli per chi lavora all'estero ma paga l'Irpef in Italia, che sarebero andate a scadenza a fine anno.

I numeri
La proposta dei relatori, su cui ieri si è discusso fino a notte, prevede in pratica: l'aumento a 950 euro della detrazione-base per i figli con più di 3 anni (oggi è a 800 euro, e secondo l'emendamento di martedì, sarebbe dovuta salire fino a 980) e l'incremento fino a 1.220 euro del parametro per i bambini fino a 3 anni (oggi è 900 euro).
La stessa distinzione anagrafica debutterebbe, sempre secondo l'ipotesi della tarda serata di ieri, anche per quel che riguarda i figli portatori di handicap, che oggi sono accompagnati da una detrazione aggiuntiva di 220 euro: la dote fiscale crescerebbe a 550 se il figlio portatore di handicap ha più di 3 anni e arriverebbe a 620 euro per i bambini più piccoli.

Il meccanismo
Così congegnata, la nuova architettura degli sconti aumenterebbe decisamente l'attenzione del fisco per le famiglie con bambini e i ragazzi diversamente abili, che si vedrebbero aumentare di 2,5 volte lo sconto fiscale per i figli di età superiore a tre anni e di 2,8 volte quello per i bambini più piccoli. Le detrazioni generali, invece, sono valori di base, a cui si applica un moltiplicatore destinato a ridurre il beneficio all'aumentare del reddito. Nella tabella pubblicata qui a destra si vedono gli effetti di questo meccanismo, per alcune tipologie di nuclei familiari: una detrazione-base da 950 euro si traduce in uno sconto effettivo da 850 euro per chi ha 10mila euro di entrate dichiarate, scende a 750 euro se il reddito ufficiale è a 20mila e così via. La stessa dinamica interessa gli altri valori di base, con una discesa più lenta se il numero di figli è superiore a uno.

La progressività «teorica»
Un meccanismo di questo tipo nasce ovviamente per dare un impatto progressivo allo sconto, esaltando il principio basilare a tutta la tassazione sui redditi. Questa dinamica, però, per tradursi in pratica deve fare i conti con la realtà delle diverse famiglie e con l'incrocio con gli altri benefici previsti dalla nostra normativa. In sintesi, a definire la misura reale dello sconto per le diverse tipologie di famiglie sono anche l'origine del reddito (da lavoro dipendente o autonomo) e la presenza del diritto ad altre detrazioni o deduzioni. Una larga fetta dei destinatari degli sconti teorici maggiori (anche oltre il 40% dell'imposta pagata oggi), cioè i contribuenti che dichiarano fino a 15mila euro, rischiano di vedersi azzerato ogni beneficio, perché spesso già oggi non pagano l'imposta, soprattutto se il reddito è da lavoro dipendente.

Gli effetti reali
Una famiglia con un bambino, in cui i due coniugi abbiano entrambi un reddito da 10mila euro, già oggi pagano meno di 200 euro di Irpef a testa. È sufficiente una detrazione aggiuntiva, per esempio per una spesa sanitaria, e l'imposta si azzera. Insieme con essa tramonta ogni beneficio legato all'aumento degli sconti per i figli. Il rischio, naturalmente, è più diffuso fra i lavoratori dipendenti, che in virtù della detrazione ad hoc pagano meno Irpef rispetto a un autonomo con lo stesso reddito dichiarato. Sotto i 15mila euro si concentrano dunque i maggiori sconti teorici, ma i benefici reali più diffusi sarebbero quelli più modesti (nell'ordine del 3-6%) destinati a chi si attesta intorno ai 20mila euro di reddito annuo dichiarato. Man mano che si sale nella graduatoria dei redditi, il beneficio ovviamente si assottiglia fino a scendere sotto l'1% intorno ai 40mila euro per le famiglie con un figlio, e verso i 60mila euro quando i figli sono due.

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