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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2012 alle ore 08:04.

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Eccoli, gli uomini in nero, i campioni del mondo, quelli che fanno innamorare le città dove si fermano a giocare (e, quasi sempre, a vincere). Per la prima volta all'Olimpico, gli All Blacks hanno già conquistato Roma. Il colpo di grazia lo daranno con la Haka, pochi minuti prima delle 15, l'ora X per il fischio d'inizio.

E sì, perché, come osserva Valerio Vecchiarelli, giornalista di lunga militanza ovale dotato di una penna particolarmente felice, in fondo a questa settimana romana ci sarà pure, quasi incidentalmente, una partita. Che i più grandi giocheranno lasciando a riposo qualche uomo di primo piano - Dan Carter va in panchina, per esempio, Richie McCaw e Israel Dagg addirittura in tribuna - ma senza alcuna preoccupazione a proposito del mantenimento della loro striscia è positiva: hanno fatto loro 17 delle ultime 18 partite disputate, e la diciottesima è finita in pareggio!

Il ct azzurro oppone una squadra con qualche sorpresa (l'esordiente Francesco Minto in seconda linea, Favaro al posto di Barbieri in terza), riportando in campo Castrogiovanni, Mirco Bergamasco, Venditti, Orquera, Gori. Dovremo cercare di essere migliori rispetto alla formazione che sabato, a Brescia, ha faticato a battere Tonga. Sappiamo di poter reggere in mischia chiusa, speriamo di difendere bene, come ci capita spesso ma non sempre. Per il resto - su gioco, fantasia, capacità tecniche e sapienza tattica - non dovrebbe proprio esserci un confronto alla pari. Sarà un pomeriggio duro soprattutto per i trequarti, di fronte a campioni come Conrad Smith, Ma'a Nonu, e Julian Savea, e per i mediani, alle prese con i due Aaron: Cruden, il sostituto di Carter, e Smith, la nuova stella, già in rampa di lancio per contendere all'australiano Will Genia il titolo di miglior numero 9 del mondo.

A proposito dell'Australia, che i nostri affronteranno fra otto giorni a Firenze, domani in Inghilterra proverà a evitare uno schiaffone come quello subìto dalla Francia, che l'ha battuta 33-6. E' stata l'unica sconfitta delle quattro grandi dell'emisfero sud all'esordio nella tournée di autunno. Perché il Sudafrica ha superato di misura l'Irlanda (16-12) e l'Argentina, subito corroborata dalla partecipazione al Championship dell'emisfero australe, è andata a vincere sul campo del Galles (campione uscente del Sei Nazioni) con un 26-12 frutto di una ripresa quasi perfetta.
E gli All Blacks? Beh, loro hanno lasciato la Scozia a quasi 30 punti di distanza (51-22) esibendo bel gioco e il nuovo sponsor di maglia, il secondo in una storia ultracentennale. Anni fa era toccato alla birra Steinlager, adesso è la volta Aig, colosso statunitense delle assicurazioni. Che si è preso una spazio piccolo e "sobrio" (così come hanno imposto i giocatori, mentre le Nazionali neozelandesi minori, dalle giovanili alle donne, avranno una scritta più "invadente") e, fino al 2018, pagherà l'equivalente di circa 12 milioni di euro all'anno.

Soldi che vanno aggiungersi alla ricca sponsorizzazione della Adidas, al centro domani di un suo particolare derby. Infatti, da luglio anche gli azzurri hanno la multinazionale tedesca come sponsor tecnico. Quello con gli All Blacks è un rapporto consolidatissimo e assai produttivo per la federazione del Pacifico. Si è già scritto, ma vale la pena di ripeterlo: secondo un calcolo degno di fede, nell'arco di 20 anni (dal 1999, avvio della sponsorizzazione, al 2019, data della attuale scadenza) l'Adidas dovrebbe finire per versare qualcosa come 300 milioni di euro per affiancare il proprio marchio alle eccellenze del rugby "kiwi"; franchigie comprese.
Dal suo canto, l'Italrugby ha "strappato" una cifra di 2 milioni all'anno che, fatte le proporzioni del caso, non è per niente male. E proprio ieri è stato ufficializzato un ulteriore accordo in base al quale sarà proprio Adidas a gestire il negozio virtuale della federazione italiana, visitabile sul sito www.firstore.it. Sperando che il marketing online cominci a dare quei frutti finora praticamente assenti.

COSì IN CAMPO
Italia: Masi; Venditti, Benvenuti, Sgarbi, Mirco Bergamasco; Orquera, Gori; Parisse (cap.), Favaro, Zanni; Minto, Pavanello; Castrogiovanni, Ghiraldini, Lo Cicero. A disposizione: Giazzon, De Marchi, Cittadini, Geldenhuys, Mauro Bergamasco, Barbieri, Botes, McLean
Nuova Zelanda: Barrett; Gear, Conrad Smith, Nonu, Savea; Cruden, Aaron Smith; Read (capitano), Cane, Messam; Retallick, Ali Williams; Faumuina, Mealamu, Woodcock. A disposizione: Coles, Crockett, Ben Franks, Whitelock, Vito, Kerr-Barlow, Carter, Jane

I TEST MATCH DI NOVEMBRE
10 novembre: ITALIA-Tonga 28-23; Inghilterra-Figi 54-12; Galles-Argentina 12-26; Francia-Australia 33-6; Irlanda-Sudafrica 12-16
11 novembre: Scozia-Nuova Zelanda 22-51
Venerdì 16 novembre: Galles-Samoa
Sabato 17 novembre: ITALIA-Nuova Zelanda (ore 15, Roma, Stadio Olimpico); Inghilterra-Australia; Francia-Argentina; Scozia-Sudafrica
Sabato 24 novembre: ITALIA-Australia (ore 15, Firenze, Stadio Franchi); Inghilterra-Sudafrica; Irlanda-Argentina; Galles-Nuova Zelanda; Francia-Samoa; Scozia-Tonga
Sabato 1° dicembre: Inghilterra-Nuova Zelanda; Galles-Australia

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