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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2012 alle ore 14:47.
Immediate le proteste della stampa locale, del mondo arabo e di alcune Ong straniere. Sotto uno degli edifici colpiti, lo al-Shuruq, si è raccolto subito un picchetto di circa 200 persone che con la loro presenza puntavano a impedire ulteriori minacce. A Tel Aviv, l'Associazione della stampa estera (Fpa) ha emesso un severo comunicato di denuncia.
Evacuati i nove italiani rimasti a Gaza
Si è conclusa l'evacuazione dei cooperanti italiani bloccati a Gaza: stamane i nove connazionali (otto operatori umanitari e una missionaria laica del "movimento dei Focolari") sono stati fatti salire su un apposito convoglio richiesto dall'Unità di Crisi e dal Consolato Generale a Gerusalemme e organizzato dal dispositivo Unrwa delle Nazioni Unite. I nove - che sono in buone condizioni di salute - hanno così potuto raggiungere il valico di Eretz dove ad accoglierli vi erano i diplomatici italiani che li hanno accompagnati a Gerusalemme.
L'apertura (e le condizioni) di Israele
Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha detto che Israele è pronto a un accordo di tregua con i gruppi armati palestinesi ma solo se questi ultimi metteranno fine al lancio di razzi dalla Striscia di Gaza contro lo stato ebraico. «Prima abbiamo bisogno che il fuoco cessi e poi possiamo discutere qualsiasi altra cosa - ha appena dichiarato il premier Beniamyn Netanyahu a margine di un colloquio con il ministro degli esteri francese -. Metà Israele è sotto il fuoco, questo non può andare».
Domani il segretario generale dell'Onu andrà al Cairo
Un funzionario del governo israeliano è arrivato questa mattina al Cairo per colloqui con i mediatori egiziani su un eventuale accordo di cessate il fuoco con i gruppi armati della Striscia di Gaza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon sarà domani nella città egiziana per incontrare il ministro degli esteri Kamel Amr; martedì ci sarà un faccia a faccia con il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil. Una delegazione della Lega araba, guidata probabilmente dal segretario generale Nabil al Arabisi, si recherà a Gaza nella giornata di domani. Lo stesso Nabil al Arabisi ha incontrato oggi al Cairo il premier turco Recep Tayyeb Erdogan: si è discusso degli sforzi per fermare l'aggressione israeliana e per porre fine alla crisi siriana.
Il presidente Usa Obama: le prossime ore saranno cruciali
Gli Stati Uniti osservano l'evolversi della situazione: secondo il presidente americano Barack Obama nelle prossime 36-48 ore si saprà se c'è la possibilità di fare progressi nella risoluzione della crisi a Gaza.
«Nessun popolo al mondo - ha detto Obama impegnato da oggi in un tour asiatico che lo porterà domani in una missione storica in Birmania - tollererebbe missili a pioggia sui suoi cittadini da oltre confine». «Siamo quindi pienamente a sostegno di Israele in questa sua azione di difesa».
Obama ha detto di essere in continuo contatto con le autorità egiziane e turche per trovare una soluzione che ponga fine alle ostilità. «Il mio messaggio a tutti loro - ha detto il presidente Usa - è che Israele ha il diritto di non vedere più missili sul suo territorio e che se questo può essere risolto senza un'escalation del conflitto sarebbe preferibile, non solo per la gente d Gaza ma anche per Israele perché le truppe dell Stato ebraico sono lì a rischio di gravi incidenti».
Bill Clinton ai negoziati di pace
Il presidente americano Barack Obama dovrebbe inviare Bill Clinton in Medio Oriente per i negoziati di pace. Lo afferma l'ex candidato alla Casa Bianca, John McCain in un'intervista a Cbs. Clinton che gode di «enorme prestigio ed è molto influente - mette in evidenza McCain - potrebbe essere efficace in un negoziato di pace».
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