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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2012 alle ore 08:53.

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Giuseppe Spinelli (Ansa)Giuseppe Spinelli (Ansa)

Gli inquirenti sottolineano che «è lui che tiene i contatti più rilevanti con i complici e, a partire dal 9 novembre, emerge tutto il suo interesse per lo spostamento di una grossa somma di denaro da cassette di sicurezza nella disponibilità del Maier ad un rifugio sicuro presso una banca svizzera».

Dopo il sequestro la scorta di Berlusconi preleva i coniugi
Non appena i sequestratori hanno lasciato l'appartamento di Giuseppe Spinelli, il ragioniere è stato prelevato e portato via da casa dagli uomini della scorta di Silvio Berlusconi. Subito dopo la segnalazione del rapimento a scopo estorsivo alla Procura, gli inquirenti hanno effettuato un sopralluogo nell'abitazione di Spinelli, prelevando anche immagini dalle telecamere della zona che, unite ai tabulati telefonici, hanno permesso di individuare i sei presunti responsabili del sequestro lampo. Subito dopo il sequestro, Giuseppe Spinelli, come emerge dalla sua deposizione e da quella della moglie, si recò a casa di Berlusconi. Da Arcore rincasò verso le 15. «Ho riferito a mia moglie - ha detto ai pm - che per ragioni di sicurezza bisognava dormire altrove».

La ricostruzione di Spinelli
«Dopo che ho raccontato i fatti al presidente Berlusconi, costui mi ha detto che dovevo necessariamente per ragioni di sicurezza dormire altrove, cosa che si è verificata (...). Quindi, quando sono tornato a casa l'ho riferito a mia moglie, lei ha cominciato a fare le valigie e in quel frangente, verso le 15.00, è arrivata sull'utenza fissa di casa una telefonata. Sicuramente non era uno dei tre sequestratori (quelli che avevano la coppia in custodia, ndr) perché ho avuto tante ore per imprimermi la loro tonalità di voce». Il ragioniere ha quindi ricordato che «questa persona mi ha subito chiamato Giuseppe e mi ha chiesto cosa si fosse deciso a riguardo alla proposta che avevano fatto. Io ho risposto - continua il verbale - che in quei termini non era accettabile, che avevo cercato di convincere Berlusconi che voleva vedere però i filmati e fare una cosa più trasparente».

Spinelli terrorizzato
«La verità di Spinelli abbiamo fatto fatica ad averla perché lo stesso Spinelli era scioccato, terrorizzato. Lui abita con la moglie e a 500 metri di distanza risiedono la figlia e la nipotina», ha spiegato Niccolò Ghedini. «Quando Spinelli mi disse di queste persone che avevano carte sul lodo io gli dissi che avremmo dovuto vederci ad Arcore e parlarne direttamente, ma lui mi disse che on poteva venire e allora capii che c'era qualcosa di strano» aggiunge Ghedini, il quale poi racconta di essere andato insieme al collega Piero Longo dal pm Ilda Boccassini per presentare denuncia.

Le indagini
Le indagini della polizia giudiziaria milanese, successivamente affiancata dalle questure di diverse città italiane, sono iniziate il 17 ottobre, immediatamente dopo la denuncia giunta via fax alla Procura della Repubblica, da parte dello studio Ghedini-Longo. I coniugi Spinelli, che da oltre un mese vivono in una località protetta, hanno fornito agli inquirenti diretti dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, dettagli molto precisi e circostanziati che hanno permesso di risalire ai sequestratori attraverso l'analisi di tracciati telefonici, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, comparazione di reperti biologici rinvenuti nella casa dei coniugi Spinelli e in vari altri luoghi (ristoranti, bar, automobili) frequentati dalla banda.

Si indaga sulla movimentazione di 8 milioni
Intercettati fin dalle ore successive alla denuncia del sequestro, gli arrestati avevano lasciato trapelare dai loro dialoghi indizi su una movimentazione di otto milioni di euro. E sono proprio questi 8 milioni che vengono definiti la "cifra in gioco" nell'ordinanza di custodia cautelare, in cui si fa riferimento ad una conversazione intercettata di due degli arrestati: Francesco Leone, il presunto capo della banda e Alessio Maier.

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