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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 14:51.

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Il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia. (Ansa)Il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia. (Ansa)

Ciaccia lancia il nuovo "piano Fanfani" per la casa con Cdp, banche, fondazioni e costruttori.

Serve un vero e prioprio piano casa
Il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia, rompe gli indugi e dice quello che nessuno nel Governo aveva ancora detto: i progetti di housing sociale, per quanto importanti e innovativi, non bastano e serve invece un vero e proprio "piano casa" sul modello, adattato ai tempi, del "piano Fanfani" della fine degli anni 50. Ciaccia lo ha detto intervenendo stamattina alla Triennale, al convegno Ance «Cosa succede in città».

Ciaccia: e non basterà
A dire la verità, Ciaccia ha ammesso che non basterà neanche il piano città, con i 420 progetti presentati per un importo di quasi 12 miliardi, a soddisfare il fabbisogno abitativo e di infrastrutture metropolitane. «Il piano Fanfani - dice Ciaccia - prevedeva in origine il patto di futura vendita, trasformato successivamente in piano di riscatto, con ipoteca sull'immobile da estinguere all'avvenuto pagamento delle rate previste. Oggi - ha continuato Ciaccia - esistono tutti gli strumenti operativi per adattare con successo il Piano all'attuale quadro istituzionale: una grande alleanza, un grande patto tra cittadini, Cassa Depositi e Prestiti, sistema bancario, Fondazioni, Mondo delle costruzioni».

Cartelle fondiarie con la collaborazione di Cdp
L'ipotesi avanzata da Ciaccia prevede che «la Cassa Depositi e Prestiti e anche la Bei potrebbero acquistare i titoli emessi dalle banche per finanziare i mutui residenziali, con una forte riduzione del costo della raccolta. In altri termini: cartelle fondiarie con la collaborazione di Cdp e, meglio ancora, cartolarizzazione di mutui già in corso concessi dalle banche. Tra gli strumenti operativi, inoltre, gli ex Iacp potrebbero essere i gestori del patrimonio realizzato per il periodo di locazione previsto».

Allentare i vincoli del patto di stabilità
C'è un solo problema: per varare un piano casa, o anche qualunque altra ipotesi di politica abitativa, è necessario subito un allentamento dei vincoli del patto di stabilità sui comuni, con una deroga più ampia di quella che si sta immaginando di introdurre nella legge di stabilità (al Senato) per il piano contro il dissesto idrogeologico. Se il "piano Clini" si potrebbe applicare, infatti, solo ai comuni in ordine con i bilanci e con il patto di stabilità interno, per la casa andrebbe prevista una deroga anche per i comuni inadempienti. Ciaccia è pronto a battersi per questa nuova politica. Ma a Via Venti Settembre ci sentono da questo lato?

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