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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 07:08.

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di Silvia Sperandio

Dalle 20 (ora italiana) di mercoledì è scattata la tregua tra Israele e Hamas. Il cessate-il-fuoco - raggiunto grazie alla mediazione dell'Egitto di Mohamed Morsi - arriva dopo otto giorni di ostilità sempre crescenti che hanno causato centinaia di feriti e di morti, anche bambini.
L'intesa per la tregua giunge al termine di intensi negoziati e dopo l'arrivo in Medio Oriente - martedì in tarda serata - del segretario di Stato americano Hillary Clinton e del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. Qualche ora prima - vale la pena ricordarlo - l'intesa era stata prima annunciata da Hamas e poi mancata per un soffio.

L'accordo dice esplicitamente che sarà l'Egitto a rendersi garante della tenuta della tregua. Una condizione posta all'inizio dei negoziati da Hamas, ma che il lavoro della diplomazia di queste ore ha esteso. E lo dimostrano le ultime parole di Netanyahu che, rivolgendosi alla nazione, ha affermato che Israele e Stati Uniti coopereranno nella lotta contro il traffico di armi verso Gaza - attraverso il Sinai - che provengono per lo più, ha detto, dall'Iran. Una questione fondamentale, che ha bloccato per giorni la richiesta di Hamas di togliere l'embargo.

Ecco i principali punti della tregua tra Israele e Hamas
Innanzitutto, l'accordo prevede che Israele debba mettere fine a ogni offensiva, terrestre, marittima o aerea contro la Striscia di Gaza, compresi gli sconfinamenti e gli omicidi mirati. Anche tutte le fazioni palestinesi devono mettere fine agli attacchi contro Israele lanciati dalla Striscia di Gaza, ivi compreso il lancio di razzi e gli attacchi alla frontiera.

Infine, l'intesa stabilisce che siano aperti i valichi di frontiera, con la conseguente facilitazione dei movimenti di beni e persone e la fine delle restrizioni dei movimenti dei residenti, a partire dalle 24 ore successive all'entrata in vigore dell'accordo.
Ogni altra questione sollevata dalle parti dovrà essere discussa.

Le reazioni al cessate-il-fuoco
Il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, ha salutato il cessate il fuoco entrato in vigore tra Israele e i gruppi militanti a Gaza guidati da Hamas come un modo «per fermare il massacro del nostro popolo e mettere una fine alla continuazione dell'aggressione israeliana contro Gaza».
Intanto, il ministero della Sanità palestinese ha reso noto che è salito a 158 il bilancio delle vittime della campagna militare andata avanti per otto giorni, con 1.200 feriti.

«L'avventura israeliana a Gaza è fallita», ha dichiarato il leader di Hamas Khaled Meshaal in una conferenza stampa al Cairo, sottolineando che le due condizioni poste da Hamas, stop agli omicidi mirati e all'invasione sono state inserite nell'accordo di cessate il fuoco.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha invece sottolineato che Israele e Stati Uniti combatteranno insieme il contrabbando di armi provenienti dall'Iran.

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