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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 07:39.

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dal nostro corrispondente Beda Romano

È terminata nella notte senza un accordo definitivo sul futuro della Grecia la riunione dell'Eurogruppo di ieri sera. I ministri finanziari della zona euro, che torneranno a riunirsi il 26 novembre, si sono arenati sugli aspetti tecnici di una riduzione del debito pubblico greco. Si tratta di un aspetto cruciale sia per rendere sostenibile il risanamento dell'economia greca, sia per limitare I nuovi aiuti europei al paese mediterraneo in grave crisi finanziaria.

«Abbiamo fatto progressi ma dobbiamo fare ancora un po' di più», ha ammesso il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, che ha partecipato alla riunione di ieri sera qui a Bruxelles. «Abbiamo una serie di opzioni sul tavolo», ha aggiunto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. «Abbiamo discusso della questione molto intensamente, ma siccome i nodi sono molto complicati non siamo riusciti a trovare una intesa finale».

I governi della zona euro sono tendenzialmente d'accordo per dare alla Grecia due anni in più, dal 2014 al 2016, per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica che sono stati decisi dai creditori internazionali. Nel frattempo, anche per finanziare il buco di bilancio che si viene a creare per questo motivo, l'Eurogruppo ha deciso di ridurre il debito pubblico greco, oggi al 160% del prodotto interno lordo. Il modo di ridurre il passivo è stato l'argomento delle trattative di stanotte durate oltre 11 ore.

Durante la notte, i Paesi della zona euro hanno discusso varie opzioni relative a un debito ormai prevalentemente in mano pubblica: riduzione dei tassi d'interesse sulle linee di credito e sulle obbligazioni, buy-back dei titoli greci sul mercato secondario, allungamento delle scadenze obbligazionarie, cancellazione parziale dei prestiti bilaterali alla Grecia (in tutto 53 miliardi di euro). I governi non sono riusciti a trovare un equilibrio politicamente accettabile ed economicamente viabile.

La Germania è giunta ieri sera al tavolo negoziale con un atteggiamento più flessibile di quello assunto finora su fronte della ristrutturazione del debito, ma nel corso dei negoziati di stanotte i nodi politici e gli ostacoli tecnici si sono moltiplicati, complicando il raggiungimento di un accordo. Non avendo trovato una intesa sul debito, i ministri hanno preferito non dare neppure il via libera politico a nuovi aiuti finanziari alla Grecia, circa 44 miliardi di euro.

L'Eurogruppo tornerà quindi a riunirsi lunedì prossimo, il terzo vertice in tre settimane. Nel frattempo, a livello tecnico, i Tesori nazionali tenteranno di chiudere il cerchio. I mercati asiatici hanno reagito male alle notizie provenienti da Bruxelles. Speravano in una intesa, almeno sull'esborso di una nuova tranche di aiuti. La riunione può apparire un fallimento, ma se l'obiettivo dei governi è di trovare una soluzione più durevole del solito alla crisi greca il rinvio appare se non giustificabile, almeno comprensibile.

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