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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 06:36.

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ROMA
Ha parlato al tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi, illustrando l'accordo a nome di tutte le organizzazioni imprenditoriali. Poi, nella conferenza stampa finale, ha sottolineato come l'intesa rappresenti «un elemento nuovo nelle relazioni industriali, l'inizio di una nuova fase di sviluppo e occupazione».
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha commentato così l'accordo tra le parti sociali sulla produttività. «Ci siamo impegnati molto», ha sottolineato Squinzi, riferendosi ai due mesi di negoziato e a tutti gli sforzi fatti per arrivare ad un'intesa unitaria. Ed ha aggiunto: «ognuno di noi ha rinunciato a legittime esigenze in una situazione drammatica, con una disoccupazione che nei giovani arriva fino al 35 per cento».
La Cgil alla fine non ha aderito: «Siamo dispiaciuti che non tutti abbiano deciso di sottoscriverlo. Anche perché va nella direzione giusta», ha continuato il presidente di Confindustria.
Sia al tavolo con il governo, sia nella conferenza stampa finale, che ha tenuto con gli altri presidenti delle associazioni imprenditoriali, Squinzi ha ribadito che «la contrattazione collettiva è uno strumento utile» e che «è stato chiesto di rendere la detassazione al 10% del salario di produttività stabile fino ad un tetto di 40mila euro».
Nella sala Verde di Palazzo Chigi erano presenti Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle coop, Rete imprese Italia. Per Confindustria, oltre al presidente Squinzi, c'erano il vice presidente per le relazioni industriali, Stefano Dolcetta e il direttore generale, Marcella Panucci; per l'Abi il presidente Giuseppe Mussari, per l'Ania, Aldo Micucci, Luigi Marino per l'Alleanza delle Coop e Giorgio Guerrini per Rete Imprese Italia.
Tutti soddisfatti. «L'accordo è un passo, forse piccolo, ma importante perché va nella direzione giusta», ha commentato Marino. «È meglio di niente, consente di ragionare in termini di maggiore redditività e occupazione. Questo paese però deve cominciare a procedere per balzi e non per passettini e deve mettersi i tabù alle spalle», ha continuato il presidente dell'Alleanza delle coop, riferendosi implicitamente alla non adesione della Cgil.
Guerrini ha sottolineato l'importanza della contrattazione di secondo livello che con l'accordo viene estesa alle piccole imprese, «la stragrande maggioranza delle aziende del paese». Dai prossimi giorni le parti sociali saranno sentite dal governo, come ha preannunciato il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, per mettere a punto il provvedimento (Dpcm) che dovrà stabilire le condizioni per poter accedere ai finanziamenti, seguendo la direzione indicata dall'accordo.
C'è l'esigenza di strignere i tempi per renderlo operativo al più presto possibile: non solo perché ci sono alcuni contratti nazionali aperti, ma anche perché a livello aziendale si può realizzare quello scambio salario-produttività che può consentire di mettere più soldi in tasca ai lavoratori, con l'effetto positivo di rilanciare i consumi, e rendere le imprese più competitive in questa fase in cui la crisi continua a farsi sentire.
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APPROFONDIMENTO ONLINE Il testo dell'accordo sulla produttività www.ilsole24ore.com
Le materie al centro del confronto con il Governo
SGRAVI FISCALI
La richiesta principale avanzata è di rendere stabili le misure previste dalle disposizioni di legge per applicare, sui redditi da lavoro dipendente fino a 40 mila euro lordi annui, la detassazione del salario di produttività con un'imposta, sostitutiva dell'Irpef e delle addizionali
al 10%
DECONTRIBUZIONE
Altro tema ritenuto strategico è quello della decontribuzione. Si chiede che venga data applicazione ai contenuti della legge 247/2007 che prevede lo sgravio contributivo per incentivare la contrattazione collettiva di secondo livello fino al limite del 5% della retribuzione contrattuale percepita
PARTECIPAZIONE
La riforma del lavoro (la legge 28 giugno 2012 n. 92) dispone che siano i contratti collettivi a dare attuazione alle misure per la partecipazione, le parti sociali chiedono al Governo, prima di procedere con la delega, di aprire un confronto. In questa prospettiva l'impegno assunto è dare attuazione all'accordo del giugno 2011
POLITICHE ATTIVE
Oltre al monitoraggio sugli effetti della riforma Fornero si chiedono di attivare iniziative di tipo sperimentale sul territorio coinvolgendo gli enti locali, i soggetti pubblici e privati operanti nell'ambito delle attività tipiche del mercato del lavoro per avviare un sistema più efficace di politiche attive del lavoro

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