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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2012 alle ore 14:22.

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Il 24 giugno scorso l'Egitto sembrava imboccare una nuova ma ignota strada: l'elezione democratica di Mohammed Morsi, dopo il regime trentennale di Hosni Mubarak deposto dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011. A cinque mesi dalle elezioni anche chi sperava in una svolta moderata del candidato della Fratellanza musulmana dubita. Piazza Tahrir, simbolo della rivoluzione, oggi conia la slogan «Morsi è come Mubarak». I dimostranti gridano «fuori, fuori», le stesse parole usate contro il rais durante tutto il periodo delle rivolte della primavera araba.
Il bilancio provvisorio è di venti i contusi nei tafferugli fin da questa mattina nei pressi di piazza Tahrir, dove si sono riunite migliaia di persone per protestare contro il decreto adottato ieri da Morsi per ampliare i suoi poteri. «Mursi dittatore a termine», titola il quotidiano indipendente Al-Masry Al-Youm. Altri gli gridano «Faraone».

Al Cairo ci sono scontri tra polizia e manifestanti dell'opposizione laica e liberale a piazza Tahrir. La polizia usa i lacrimogeni per sedare le proteste dei manifestanti scesi in piazza contro il decreto costituzionale con cui il presidente egiziano Morsi si dà poteri eccezionali. Gli uffici del partito Libertà e Giustizia, l'emanazione politica dei Fratelli Musulmani, sono dati alle fiamme nelle città di Suez, Ismailiya e Port Said, mentre si registrano scontri in vari punti di Alessandria con la sede dei Fratelli Musulmani presa d'assalto ed è chiuso il transito sul lungomare. La tv egiziana ha confermato il ferimento di una cinquantina di persone negli scontri tra le due fazioni.

Morsi, da parte sua, si dice determinato ad assumere le sue funzioni potenziate, denunciate dall'opposizione come dittatoriali. «Nessuno può interrompere il nostro cammino in avanti. Assolvo le mie funzioni al servizio di Dio e della nazione e assumo le decisioni dopo aver consultato tutti», dichiara, come riportato dall'agenzia di stampa ufficiale Mena. L'Egitto è sulla via «della libertà e della democrazia» sostiene davanti ai suoi sostenitori Morsi, all'indomani dell'annuncio di un considerevole rafforzamento dei suoi poteri, denunciato dai suoi detrattori. «La stabilità politica, la stabilità sociale e la stabilità economica, ecco ciò che cerco e per cui lavoro», ha detto davanti a un raduno di sostenitori islamisti nei pressi del palazzo presidenziale al Cairo. Il copto Samir Morcos, assistente per la transizione democratica del presidente Morsi, riporta l'Ansa, annuncia le proprie dimissioni dopo le norme per l'ampliamento dei poteri del capo dello Stato, annunciate ieri dallo stesso Morsi.


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