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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2012 alle ore 06:38.

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Sei mesi fa l'egiziano che ha fatto tutto questo era chiamato «ruota di scorta». Non doveva essere lui il candidato presidenziale dei Fratelli musulmani. I militari loro avversari, avevano trovato i cavilli legali per impedire la corsa di quello vero, Khairat el-Shater. In Morsi hanno trovato un avversario ancora più determinato a rompere il loro potere. Mohamed Morsi è uno di quegli esempi politici di uomini che fanno la carica e non il contrario. È importante per l'Egitto nel quale, salvo eccezioni, dai faraoni a Mubarak il regime perpetuava il suo potere insediandovi un uomo fedele.

Prima e durante la crisi di Gaza, l'Egitto era impegnato in un passaggio decisivo dalla transizione alla stabilità: scrivere la nuova Costituzione e indicare il ruolo dell'Islam in un sistema nel quale la fratellanza controlla la presidenza, la Camera alta, la commissione costituzionale e in primavera, quando si ripeteranno le elezioni, anche l'Assemblea legislativa. La Carta costituzionale che sta emergendo stabilisce, come la precedente, la centralità dei «principi della legge islamica» dando alla Sharia un ruolo nuovo. Ma non prevede un «Consiglio dei religiosi» che debba approvare le leggi, come chiedevano i salafiti. Un Paese islamico, dunque, ma non una teocrazia.

«Mohamed Morsi ha messo insieme un governo più tecnocratico che ideologico», spiega Nathan Brown, esperto del Carnegie Endowment di Washington. «E fino ad ora, nonostante il suo immenso potere, ha emesso decreti con parsimonia». Anche se, come quello di ieri, fanno sensazione.

L'editto di Morsi 1 Magistratura imbavagliata
D'ora in avanti le dichiarazioni costituzionali e le decisioni del primo presidente islamico eletto direttamente in Egitto saranno inappellabili davanti ai giudici. Morsi ha blindato anche l'assemblea costituente dai ricorsi della magistratura. La decisione di Morsi è stata accolta con entusiasmo dai sostenitori dei Fratelli musulmani e dai salafiti ed ha gettato nello sconforto i leader liberali e moderati.
2 Rimosso il procuratore
Morsi ha silurato il procuratore capo della repubblica, uno dei sopravissuti più impopolari del vecchio regime. L'iniziativa di Morsi segue il tentativo, fallito, a ottobre, di rimuovere il procuratore generale Abdel Meguid Mahmoud, nominato all'epoca dell'ex rais Mubarak. Il presidente egiziano l'ha rimosso e dopo pochi minuti il nuovo procuratore, Talat Ibrahim Mahmoud, giurava nelle sue mani.
3 Nuovo processo
Il primo atto del neo procuratore generale è stato quello di decidere di riprocessare, per l'uccisione dei manifestanti in Piazza Tahrir, l'ex rais Hosni Mubarak e il suo ministro dell'Interno Habib el Adly, condannati all'ergastolo, oltre ai suoi sei collaboratori, tutti prosciolti da una precedente sentenza. Morsi stesso ha detto che da oggi comincia la «vera vendetta del sangue dei martiri».

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