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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 18:49.

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È scaduto oggi a mezzogiorno il termine per la presentazione delle candidature alle primarie del centrodestra. Nettamente ridimensionato, rispetto alla vigilia, il numero dei candidati, passati da 19 a 6, anche se il numero è in attesa di conferma. Ma ogni decisione definitiva, come ha spiegato oggi il segretario Alfano, sarà presa solo dopo un nuovo ufficio di presidenza: «Se Berlusconi si candiderà - ha sottolineato - ci sarà un ufficio di presidenza in cui darà comunicazione in tal senso e decideremo cosa fare, non sono io che posso revocare le primarie».

Galan Iascia, Proto e Samorì ancora in forse
In lizza per la selezione del candidato premier di metà dicembre, ci sono il segretario Angelino Alfano (100mila firme), Giorgia Meloni (70mila), Michaela Biancofiore (10.461), il leader dei Formattatori e sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (12mila), Guido Crosetto (200mila), e Daniela Santanché (17.600). Giancarlo Galan, nonostante la consegna di oltre 11mila firme, ha deciso di ritirarsi dalla gara. Non c'é, al momento, ufficializzazione invece sulle candidature dell'immobiliarista Alessandro Proto e dell'imprenditore modenese Gianpiero Samorì.

Cicchitto: «chiarire se Berlusconi intende correre o no»
I candidati, dunque, ci sono ma dopo l'annuncio del ritorno in campo di Silvio Berlusconi, seguito dai dubbi del segretario sull'opportunità di tenerle vista la scelta dell'ex premier, le primarie del centrodestra sono navigano più che mai nell'incertezza. Che risuona anche nelle parole del capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che in una nota rileva come «Arrivati a questo punto, bisogna avere l'esatta cognizione di due dati politici essenziali». Ovvero se sia in discussione solo la rosa dei candidati alle primarie, «fermo rimanendo l'orientamento del Presidente Berlusconi a non ricandidarsi in questo ruolo», oppure «se questo orientamento del Presidente è cambiato». Quanto alla possibilità di un nuovo soggetto politico guidato dall'ex premier, «L'esistenza o meno di questo dato politico va chiarito per la sua importanza». Cicchitto quindi boccia l'idea di uno «spacchettamento del Pdl in più formazioni politiche» e conferma il suo giudizio positivo sullo "strumento" primarie, invitando il Pdl a promuovere «l'aggregazione di uno schieramento politico molto più vasto».

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