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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2012 alle ore 08:25.

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Aldo Ranieri, rappresentate del comitato cittadini liberi e pensanti, parla agli operai durante il blocco degli ingressi (Ansa)Aldo Ranieri, rappresentate del comitato cittadini liberi e pensanti, parla agli operai durante il blocco degli ingressi (Ansa)

Fiom: operai non abbandonino il posto di lavoro
«L'azienda sta comunicando in questo momento che da stasera fermano gli impianti di tutta l'area a freddo. Noi invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente». Lo dice all'Ansa il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli.

Confindustria: evento gravissimo
La chiusura dell'Ilva di Taranto «sarebbe un evento gravissimo per tutto il sistema industriale italiano, conseguente a un vero e proprio accanimento giudiziario nei confronti dell'azienda». Lo afferma Confindustria dopo la decisione del gruppo siderurgico di chiudere lo stabilimento pugliese.

Camusso: giovedì trovare una soluzione
È positiva la decisione del Governo di convocare subito un tavolo sull'Ilva e nella riunione di giovedì a palazzo Chigi bisognerà trovare una soluzione per la vicenda dello stabilimento di Taranto. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui «bene ha fatto il governo a convocare subito un incontro». «Nella riunione - aggiunge la Camusso - bisognerà trovare una soluzione che, sulla base dell'Aia, permetta all'azienda di continuare la produzione e ai lavoratori di avere un'occupazione, e consenta di eseguire le bonifiche necessarie per ristabilire l'integrità del territorio».

Gli arresti
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito una serie di arresti a Taranto e in altre regioni nei riguardi dei vertici della società, di politici e funzionari pubblici. I militari hanno sequestrato anche tutto il prodotto finito giacente sulle banchine del porto di Taranto.Si tratta di migliaia di lastre di acciaio e coils, grossi cilindri di materiale finito pronti per essere spediti alle industrie. La merce sequestrata non potrà essere commercializzata perché si tratta di prodotti realizzati in violazione della legge.

Clini: temo conseguenze gravi
«Non sono disponibile a subire una situazione che avrebbe effetti terribili: sono preoccupato che questa iniziativa blocchi l'Autorizzazione integrata ambientale con effetti ambientali gravissimi e sociali devastanti». Così il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sugli arresti dell'Ilva.

Ferrante: «Non rinuncio all'incarico»
«Non ho alcuna intenzione di rinunciare all'incarico di presidente di Ilva Spa, assunto nel luglio scorso»: lo dichiara in una nota il presidente di Ilva, Bruno Ferrante, dopo la notizia dell'avviso di garanzia.

In totale sono sette le persone destinatarie di provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Taranto. Le misure cautelari sono state notificate a Fabio Riva, vicepresidente del gruppo Riva e figlio di Emilio Riva (già ai domiciliari dal 26 luglio scorso), Luigi Capogrosso, ex direttore del siderurgico di Taranto anche lui già ai domiciliari; Michele Conserva, ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto dimessosi nei mesi scorsi. In carcere è finito Girolamo Archinà, ex dirigente Ilva per i rapporti istituzionali licenziato ad agosto dal presidente dell'Ilva Ferrante, quando la procura depositò al Riesame intercettazioni riguardanti pressioni esercitate su politici e consulenti. Agli arresti domiciliari è finito anche il docente dell'università di Bari, Lorenzo Liberti, che secondo i pubblici ministeri avrebbe ricevuto pressioni dall'Ilva per ammorbidire una perizia che due anni fa stava elaborando per conto della procura ionica.

Anche il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e il direttore generale dell'azienda, Adolfo Buffo, sono coinvolti nell'inchiesta e hanno ricevuto gli avvisi di garanzia.

Gli arresti sono legati anche alla seconda inchiesta che riguarda anche l'Ilva, denominata "enviroment sold out" ambiente svenduto, indagine curata dal pm Remo Epifani che riguarda presunti episodi di corruzione legati alla gestione di discariche nella provincia di Taranto. Una terza misura cautelare riguarda un nuovo sequestro che, secondo fonti vicine alla procura, dovrebbe chiudere il cerchio sull'inchiesta per disastro ambientale.

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