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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2012 alle ore 23:15.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2012 alle ore 21:17.

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(LaPresse)(LaPresse)

La sorte aiuta pier Luigi Bersani, almeno nel confronto tv. Per decidere chi avrebbe cominciato a parlare e a chi invece sarebbe toccata l'ultima parola al momento dell'appello finale si è tirata la monetina e il segretario Pd ha avuto la meglio: è stato Matteo Renzi a rispondere alla prima domanda, mentre è toccato al leader Pd l'ultima parola prima della chiusura. La monetina l'hanno tirata i due portavoce, Stefano Di Traglia per Bersani e Antonella Madeo per Renzi.

Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi arrivano agli studi Dear della Rai tutti e due vestiti con un completo blu. Cambia solo la cravatta: il segretario Pd ce l'ha rossa, mentre il sindaco di Firenze, abbandonata quella viola, stavolta ha preferito il blu. Prima di entrare in studio, però, Matteo opta per la camicia ed entra così sul set televisivo a maniche arrotolate per affrontare Bersani. Ecco il duello in diretta.

23,04 - Le primarie sono una «bellissima vicenda che ci farà uscire tutti più forti e consapevoli che tocca a noi davvero dare una mano a 'sto Paese qui». Pier Luigi Bersani chiude così il confronto Tv con Renzi.

23,01: «Ci unisce la passione politica e ci divide l'idea di rinnovamento: la ruota va fatta girare senza prendere a calci l'esperienza. Bisogna chiedergli di dare una mano a far girare la ruota, questo lo chiedo e ci sarà». Lo ha detto Pier Luigi Bersani, al confronto, parlando di Matteo Renzi.

23,01 - C'è qualcuno a cui vorreste chiedere scusa? È la domanda della conduttrice tv Monica Maggioni. Bersani risponde: «È chiaro che viene in mente mia moglie e le figlie per tutto il tempo che ho rubato a loro. Poi chiedo scusa al mio bravissimo parroco per lo sciopero dei chierichetti, era giusto farlo ma lui ci soffrì». Renzi: «Il primo pensiero va a moglie e figli ma soprattutto a mio fratello, laureato 110 e lode in medicina, ma ha lasciato l'Italia perché ha detto che se faceva il medico a Firenze si dirà che sono il fratello del sindaco».

22,55 - Una «vergogna», uno «scandalo». Così i due sfidanti alle primarie del centrosinistra, Renzi e Bersani parlano della violenza sulle donne. il segretario Pd ricorda di aver firmato da poco una proposta di legge che ridefinisce le pene, prevede tutele alle donne e sostegno ai centri antiviolenza. «Da lì possiamo partire», spiega. D'accordo anche Renzi che poi si appella ai media per «chiamare le cose con il loro nome» e non definire più i femminicidi «delitti passionali» ma omicidi.

22,51 - Le prime cose da fare al governo? Bersani: «Una l'ho già detta: un ragazzo o una ragazza figlia di immigrati che studia qui è italiana; una norma secca sull'anti-corruzione e l'anti-mafia; qualcosa sulla piccola impresa, ma lascerei anche qualche sorpresa per il primo giorno: governare è anche sorprendere un po'». Renzi: ridurre le norme sul lavoro a «59-60 articoli»; un intervento per la sburocratizzazione e, inoltre «un piano di innovazione per il digitale.

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