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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2012 alle ore 09:49.

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Nella foto il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, stringe la mano all'avversario, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, prima del faccia a faccia televisivo di mercoledì sera su Rai1 (Space24)Nella foto il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, stringe la mano all'avversario, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, prima del faccia a faccia televisivo di mercoledì sera su Rai1 (Space24)

Per i francesi, nelle elezioni a doppio turno, la prima volta si vota "per", la seconda "contro". Non faranno probabilmente eccezione le primarie del centrosinistra, con i candidati che si devono preoccupare di riportare al voto i propri elettori e, soprattutto nel caso dell'inseguitore Renzi, conquistarne di nuovi. I consensi necessari possono arrivare da cittadini che al primo turno hanno votato un candidato non più in corsa (Vendola, Puppato e Tabacci) oppure da chi non si è recato alle urne domenica scorsa.

Le regole del gioco rendono difficile, ma non impossibile, una mobilitazione dell'ultim'ora e non è un caso che la polemica scoppiata giovedì sia dipesa proprio dal tentativo di rendere più facile la partecipazione a chi non ha votato al primo turno (da parte di Renzi e terze parte "fiancheggiatrici" come la Fondazione Big Bang) o sul rispetto delle regole.

Un primo elemento predittivo dell'esito finale del secondo turno è, quindi, costituito dal numero di nuove registrazioni e dalla partecipazione complessiva. Un secondo elemento è costituito dal clima di opinione che si forma tra il primo e il secondo turno, se i candidati riescono ad attirare la copertura mediatica e diventare elemento di discussione tra le persone. Naturalmente questo è un elemento non solo quantitativo, ma qualitativo: conta molto se la copertura e i commenti sono positivi o negativi.

La Rete e i social network, si prestano particolarmente a questo tipo di indagini e in particolare Twitter, che non solo è stato protagonista nella giornata del dibattito, ma ha anche prevalso in termini quantitativi su tutte le altre fonti online.

Come sempre un confronto televisivo rappresenta un'occasione formidabile per chi insegue, dando l'opportunità di attaccare e di incalzare il favorito. Non ha fatto eccezione lo scontro di mercoledì scorso, che ha visto Renzi all'attacco. Ma è stato efficace? Sondaggi effettuati a caldo davano un vantaggio a Renzi tra quanti avevano cambiato idea in seguito alla visione del dibattito. Un'analisi del sentiment su Twitter conferma che la campagna di Renzi è stata capace di generare una maggiore interazione e una prevalenza di tweet e retweet positivi (vedi tabella 1).

Ma nel nostro Paese le campagne non si vincono ancora sui social network e, se andiamo a vedere il complesso delle citazioni sui vari media, i rapporti di forza cambiano, con Bersani che prevale sulla carta stampata (vedi tabella 2). Ancora una volta sarà decisiva la capacità di mobilitazione tradizionale, ma con l'ampliamento del numero di cittadini connessi ad internet e l'innalzamento dell'età media degli utilizzatori, social media, tablet e smartphone diventeranno decisivi per informare e mobilitare gli elettori. Chi sarà partito per tempo potrà quindi avere un vantaggio competitivo decisivo nel prossimo futuro.

marco@spindoctor.it

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