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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2012 alle ore 06:37.

L'altro motivo di euforia ieri è arrivato dalle parole della cancelliera tedesca Angela Merkel. In un'intervista ha affermato che la Germania potrebbe accettare un "taglio" nei prestiti alla Grecia, ma solo quando Atene avrà raggiunto il pareggio del bilancio primario (cioè al netto degli interessi). «È la prima volta – osserva Silvio Peruzzo, economista di Nomura – che la Germania mostra un impegno così forte per evitare il tracollo greco». Vero. Vero anche, però, che l'avanzo primario non arriverà per Atene prima del 2014-2015. Dunque dopo le elezioni in Germania (settembre 2013). Anche questa notizia positiva, dunque, resta effimera. Soprattutto perché la stessa Merkel in serata ha fatto marcia indietro.
Incognita Madrid
C'è poi il problema della Spagna. Secondo i calcoli di Ubs, Madrid l'anno prossimo dovrà emettere 124 miliardi di euro di titoli di Stato: record assoluto. Il problema è che non si vedono gli investitori sufficienti per acquistare questa massa di debito. Le banche locali (uniche vere acquirenti nel 2012) ormai arrancano e difficilmente potranno continuare a comprare. Mentre gli investitori internazionali sono volubili per definizione. La domanda dunque è lecita: chi acquisterà i 124 miliardi di euro di titoli di Stato della Spagna? Per questo tanti sono convinti che Madrid dovrà prima o poi chiedere non solo l'attivazione dello scudo anti-spread della Bce, ma anche aiuti veri e propri all'Europa. E questo, se accadesse, potrebbe riportare anche l'Italia sull'ottovolante degli spread. Soprattutto nell'anno elettorale.
m.longo@ilsole24ore.com
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L'APPELLO DEL SOLE Novembre 2011: differenziale a quota 575
Il 10 novembre 2011 Il Sole 24 Ore titolava a caratteri cubitali: «FATE PRESTO». Quel giorno lo spread tra BTp e Bund aveva toccato il massimo dai tempi dell'euro (a 575 punti base) e la curva dei rendimenti dei titoli di Stato italiani si era invertita: il BoT a 12 mesi sul secondario era stato scambiato con picchi oltre l'11%, mentre il decennale aveva chiuso la seduta al 7,49%. Un tasso sostenibile solo per un periodo limitato. La gravità e la delicatezza della situazione sul mercato dei titoli Stato italiani indusse Il Sole 24 Ore a titolare «FATE PRESTO», chiedendo un Governo formato da uomini capaci di parlare la lingua degli Stati e dei mercati sostenuti da un impegno politico trasversale a favore dell'interesse generale del Paese. Oggi il tasso del BTp a due anni è sceso all'1,89% e quello dei titoli decennali al 4,44 per cento.

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