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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 19:31.

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(Epa)(Epa)

Almeno due persone sono rimaste uccise durante gli scontri scoppiati davanti al palazzo presidenziale del Cairo tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano, Mohamed Morsi. Tra le vittime una ragazza di nome Mirna Emad. Lo ha riferito l'inviata di "al-Arabiya" nella capitale egiziana. L'altra vittima è un attivista dei Fratelli musulmani, secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza. Almeno 126 persone sono rimaste ferite.

Ricade sul presidente Morsi «tutta la responsabilità» delle violenze in Egitto. Lo ha denunciato il leader dell'opposizione del Paese - ed ex direttore generale dell'Aiea - Mohamed el Baradei.
Secondo il vincitore del premio Nobel, «il regime perde legittimità giorno dopo giorno», ma l'opposizione è pronta al dialogo se Morsi annullerà il decreto con cui ha allargato i poteri presidenziali.

Intanto in dissenso con il contestato decreto presidenziale uno dei consiglieri dimissionari del presidente egiziano Morsi, Ayman el Sayat, ha annunciato alla stampa che tutti i consiglieri hanno rassegnato le
dimissioni. Quattro avevano già deciso di lasciare subito dopo il decreto presidenziale. In tutto i consiglieri sono 17.

Il Fronte per la salvezza nazionale che ha organizzato la protesta (e di cui fa parte anche l'ex capo della Lega Araba Amr Moussa) è il principale movimento di opposizione dell'Egitto del dopo-Mubarak. Due le richieste principali: nessun negoziato con il governo e annullamento del decreto costituzionale con cui il presidente egiziano, Morsi, ha esteso i suoi poteri.

Il movimento di opposizione sarà capeggiato da el Baradei. Lo ghanno deciso Amr Moussa e Hamdeen Sabbahi, ex candidati presidenziali: «Siamo uniti in questo fronte di salvezza», hanno sottolineato, «e deciso insieme che el Baradei lo coordinerà».

Manifestanti ostili a Mohamed Morsi hanno incendiato questa sera la sede dei Fratelli musulmani, confraternita islamista di cui il presidente egiziano è espresso, in due città del nordest dell'Egitto. Centinaia di persone si sono dirette verso la sede dei Fratelli musulmani a Ismaliya prima di forzare porte e finestre e appiccare un incendio. Lo stesso scenario si è verificato a Suez.

E di fronte al degenerare degli scontri tra islamisti e forze dell'opposizione, lo sceicco dell'università islamica di al-Azhar, l'istituzione più prestigiosa del mondo islamico sunita, Ahmed el Tayyeb, ha invitato alla calma e chiesto alle parti di dialogare.
Le sue parole sono state divulgate dalla tv di Stato, mentre la polizia in assetto anti-sommossa si schierava nel tentativo di separare i due fronti (pro e contro il presidente egiziano, Mohamed Morsi): le due fazioni si stanno scontrando nelle strade limitrofe al palazzo presidenziale, nel quartiere di Heliopolis.



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