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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2012 alle ore 16:33.

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Monsignor Georg Gaenswein (Ap)Monsignor Georg Gaenswein (Ap)

Papa Benedetto XVI ha nominato Prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gänswein, suo segretario particolare, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Urbisaglia, con dignità di arcivescovo. Il comunicato della Sala Stampa vaticana - fa notare il sito della Radio Vaticana nel riportare la notizia - non parla della nomina di un nuovo segretario particolare del Papa, pertanto monsignor Gänswein continuerà a svolgere anche l'incarico precedente.

Nato 56 anni fa a Waldshut (Baden-Württemberg, Germania), Gänswein è stato ordinato sacerdote il 31 Maggio 1984 e incardinato nell'arcidiocesi di Freiburg im Breisgau. Laureato in diritto canonico nel 1993 presso la Katholisch-Theologische Fakultät della Ludwig-Maximilians-Universität di München, dopo essere stato giudice del tribunale diocesano e collaboratore personale dell'arcivescovo di Freiburg im Breisgau, nel 1995 è stato assunto presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Nel 1996 è stato trasferito alla Congregazione per la dottrina della Fede, dove in seguito ha svolto l'ufficio di segretario personale del prefetto, l'allora cardinale Joseph Ratzinger, di cui è diventato segretario particolare con la sua elezione al Pontificato. Oltre al tedesco, conosce anche l'italiano, francese, inglese, spagnolo e latino.

Monsignor Gänswein riceverà dal Papa l'ordinazione episcopale il prossimo 6 gennaio nella Basilica di San Pietro, assieme ad altri prelati della Curia Romana tra i quali il nuovo segretario dell'Educazione Cattolica, monsignor Vincenzo Zani. La scorsa settimana, ha parlato del proprio servizio al Papa in un breve discorso pronunciato in occasione della consegna nel Palazzo Apostolico del premio «Testimoni di santità» conferitogli dall'associazione internazionale «Tu es Petrus»: «Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro. Un vetro è un vetro quando è pulito. Più pulito è più raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe», ha detto don Georg descrivendo così quella che ha definito «la dietrologia della mia comprensione del ruolo che svolgo». «Debbo lasciare entrare il sole, e il vetro meno appare meglio è, se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro», ha spiegato rispondendo al saluto del cardinale Salvatore De Giorgi, presidente onorario del Comitato scientifico dell'associazione nonché uno dei tre membri della Commissione Cardinalizia che ha indagato su Vatileaks. «Meno vengo messo volutamente in mostra meglio è», ha poi riassunto don Georg, assicurando di offrire ogni giorno il suo aiuto al Pontefice il suo servizio «col cuore, con il cervello, con l'anima, con tutte le forze che ho». E, ha confidato, se «venti ostili ci sono e se toccano il Santo Padre talvolta toccano anche il suo segretario, la sofferenza fa parte della via Crucis, ma non la scegliamo».

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