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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 17:00.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2012 alle ore 10:49.

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La ripresa arriverà solo alla fine del 2013 e sarà molto lenta. Negli ultimi scenari economici il Centro studi Confindustria ha rivisto al ribasso le previsioni del Pil 2013: -1,1% contro il -0,6% della stima precedente. L'indebolimento dell'economia mondiale è continuato dopo l'estate e continuano a soffiare molti venti contrari alla ripresa, evidenziati nell'analisi del direttore del Csc, Luca Paolazzi: la riduzione della leva finanziaria che nelle banche si traduce in credit crunch; l'eccesso di capacità produttiva in molti settori; le difficoltà dell'edilizia residenziale; l'alta disoccupazione; il risanamento concentrato dei conti pubblici.

Squinzi: ripresa spostata al 2014
«L'uscita dalla crisi è spostata più in là nel tempo - ha spiegato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi -, rivedremo un segnale positivo del Pil soltanto verso gli ultimi mesi dell'anno prossimo, per andare ad una ripresa nel 2014 abbastanza lenta». Squinzi ha sottolineato il dato «abbastanza sorprendente in positivo per quest'anno» (contrazione del Pil da -2,4% a -2,1%), «però questo ha un effetto di trascinamento sull'anno prossimo», quando si stima un -1,1% dal -0,6%.

Grilli conferma le previsioni
A margine di un'audizione in commissione Finanze alla Camera il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha confermato che la ripresa arriverà nel 2013. «Anche in base al confronto che abbiamo avuto a livello internazionale - ha spiegato - gli elementi che abbiamo oggi non ci fanno ritenere che ci sarà un ritardo. Non ho elementi per cambiare le nostre previsioni».

Il crollo della domanda interna
Ma la recessione attuale – la seconda in cinque anni – è caratterizzata soprattutto dal crollo della domanda interna. I consumi delle famiglie, evidenzia il CsC, calano a picco nel 2012, ai minimi dal dopoguerra: la riduzione quest'anno è del 3,2% (il 3,6% procapite), il peggior risultato dal dopoguerra. È allarme pressione fiscale: «Rimarrà prossima ai massimi storici e insostenibilmente elevata, specie quella effettiva, al 53,9% del Pil nel 2014 tolto il sommerso dal denominatore». Il CsC stima un prelievo al 44,7% nel 2012, al 45,1% nel 2013 e al 44,8% nel 2014. Quella reale però sarà al 53,8% quest'anno e al 54,3% il prossimo.

La stretta sul credito alle aziende
Situazione negativa anche sul fronte del credit crunch. Il credito erogato alle imprese «è in netto calo» e «sempre più aziende faticano ad ottenere prestiti bancari», mentre altre «hanno smesso di chiederli a fronte di tassi d'interesse troppo alti». Il credito «scarso e costoso - rileva il Centro studi di viale dell'Astronomia - frena gli ivestimenti e l'operatività delle imprese». Confermato l'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale nel 2013 (-0,2% al netto del ciclo) nonostante il ritardo della ripresa.

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