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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 21:51.

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«Dobbiamo unirci per intraprendere azioni per impedire che cose del genere si ripetano, a prescindere dalla politica». Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, parlando in diretta Tv alla nazione. «Abbiamo avuto troppe stragi di questo tipo negli ultimi anni», ha detto il presidente, visibilmente commosso, commentando la sparatoria avvenuta in una scuola elementare in Connecticut. «In questi casi non reagisco come presidente ma come genitore, soprattutto oggi», ha aggiunto Obama, sottolineando che verrà impiegata ogni risorsa per indagare sull'accaduto.

«La maggioranza delle vittime sono studenti tra cinque e dieci anni», ha ricordato, «avevano una vita davanti a loro, come il momento della laurea e il concepimento di figli». L'inquilino della Casa Bianca ha precisato che tra le persone che hanno perso la vita c'erano anche degli insegnanti. «Questa sera io e Michelle faremo ai nostri bambini quello che tutti i genitori faranno: abbracceremo i nostri figli», ha concluso, facendo le condoglianze ai parenti delle vittime, «i nostri cuori sono infranti».

Su Twitter la discussione, accesa come sempre, sulla necessità di limitare (o meno) il commercio delle armi da fuoco si è estesa alla Rete con l'hashtag #GunControlNow. Già prima delle elezioni di novembre in cui ha ottenuto il secondo mandato Obama si era trovato alle prese con un caso analogo, la strage di Denver in un cinema multisala (12 morti e 50 feriti il bilancio dell'azione folle di un 24enne). Il presidente aveva timidamente preso posizione sul noto dilemma tutto americano del secondo emendamento della Costituzione, che difende il diritto di ogni cittadino a possedere armi ed è strenuamente difeso dalla potentissima lobby della National Rifle Association.

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