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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 19:47.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2012 alle ore 14:47.

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L'appuntamento per il debutto di «Italia popolare», la nuova corrente dei filo-montiani che intende condizionare dall'interno la linea politica del Pdl, è fissato per domenica, 16 dicembre, al Teatro Olimpico di Roma. Domenica le fondazioni che hanno promosso l'iniziativa (tra cui quelle di molti leader del centrodestra: Gianni Alemanno, Franco Frattini, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, i ciellini con Mario Mauro e l'area cattolica, a cui si è aggiunta pure la fondazione di Fabrizio Cicchitto) presenteranno una manifesto programmatico, con un esplicito riferimento ai valori fondativi del Ppe.

Frondisti presi in contropiede
Il manifesto contiene anche una specie di decalogo programmatico per la nuova agenda di governo. L'obiettivo iniziale era probabilmente quello di "forzare la mano" al partito, costringendo il presidente Silvio Berlusconi a prendere una posizione chiara su determinati temi, a cominciare dall'Europa, incoraggiando un suo passo indietro a favore di Monti. Ma con la scelta, per molti inaspettata, di chiedere al Professore di diventare il leader del centrodestra, Berlusconi sembra aver preso i "frondisti" in contropiede. Oggi come oggi, infatti, può sostenere a ragione che sia lui che «Italia popolare» chiedono la stessa cosa: Monti candidato premier del Pdl e del centrodestra.

Alfano di nuovo in pista
La manifestazione di domenica, cui Berlusconi dovrebbe partecipare con un collegamento telefonico, potrebbe così essere l'occasione per vedere confermata l'unità del Pdl e allontanare di molto il rischio di scissioni. Non solo: in attesa di una decisione da parte di Monti, il Cavaliere potrbbe rilanciare il ruolo, come candidato alternativo, del segretario del Pdl Angelino Alfano, che interverrà a chiusura dei lavori. Un suo fedelissimo, Alfano, ma soprattutto uomo non inviso (parola di Maroni) alla Lega Nord, alla cui alleanza il centrodestra potrebbe puntare per conservare il primato elettorale, almeno nelle regioni del Nord Italia.

Scissione ormai improbabile
Da Palazzo Grazioli, sede romana del Cavaliere, l'iniziativa di quelli che qualcuno ha chiamato i "Badogliani" del centrodestra (che comprendono anche nomi come Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Andrea Augello, e Adolfo Urso) verrà quindi monitorata attentamente, anche se il rischio che da una sorta di corrente interna "Italia Popolare" si trasformi in una formazione autonoma (destinata a confluire in uno dei nuovi contenitori centristi su cui lavorano Montezemolo e Casini) non è più molto concreto.

Le Primarie delle idee di Crosetto e Meloni
Ancora minore preoccupazione desta l'iniziativa (in contemporanea con quella di «Italia popolare») promossa da Giorgia Meloni e Guido Crosetto, che da sempre sono apertamente antimontiani e che hanno sempre escluso di fare qualcosa di nuovo fuori dal centrodestra. Alle "Primarie delle idee", in programma all'Auditorium di via della Conciliazione, ci saranno anche i 'gabbiani' di Fabio Rampelli e forse il leader dei Formattatori, Alessandro Cattaneo.

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