Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2012 alle ore 14:58.

My24

TOKYO - Tra recessione economica e percepita aggressività da parte cinese e nordcoreana, il Giappone svolta a destra: i risultati provvisori sulle elezioni politiche di oggi per la Camera Bassa sanciscono una schiacciante vittoria del partito liberaldemocratico guidato dal nazionalista Shinzo Abe; partito che torna al potere - che aveva esercitato per quasi tutto il dopoguerra - dopo soli tre anni all'opposizione.

Un Abe commosso, che faticava a trattenere lacrime di gioia, si è presentato in tarda serata nella sede del partito a Nagatacho tra gli applausi di colleghi e sostenitori: entro Santo Stefano sarà il nuovo premier, mentre il primo ministro uscente Yoshihiko Noda dovrà anche dimettersi da leader del Partito Democratico.

Davvero bruciante è stata infatti la sconfitta per il partito che ha guidato il Paese dal 2009 ed è stato punito dagli elettori per non aver rispettato le promesse, comprese quella di non aumentare le tasse, e per una serie di incertezze e turbolenze che l'ha portato a cambiare tre primi ministri nel giro di tre anni. Sono state sconfitte anche le nuove formazioni populiste che speravano di dare vita a un terzo polo.

L'esito più importante di queste elezioni è che i liberaldemocratici, assieme a un partito loro tradizionale alleato (New Komeito, il più probabile candidato per una coalizione), possono raggiungere i due terzi dei seggi alla Camera Bassa (oltre 320 seggi su 480), il che potrebbe dare una certa stabilità politica a un Paese dove negli ultimi sei anni si sono avvicendati 6 diversi primi ministri.

Nell'altro ramo del parlamento, la Camera alta, non esistono maggioranze precise e si voterà per il suo rinnovo parziale solo il prossimo luglio. Con i due terzi alla Camera Bassa, pero'. la coalizione di governo è in grado di superare l'eventuale opposizione dall'altro ramo della Dieta.

Abe è fautore di politiche più aggressive per rilanciare l'economia e più risolute nei rapporti internazionali. Il che fa temere un aumento delle tensioni con la Cina e rende probabile una politica monetaria ancora più accomodante da parte della banca centrale, alla quale Abe ha già chiesto di porre fine alla deflazione ponendosi l'obiettivo di una moderata inflazione del 2%.

Già giovedì prossimo la Banca del Giappone dovrebbe procedere a un nuovo allentamento della politica monetaria, anche per schivare l'accusa di non voler collaborare con un nuovo governo che tra l'altro non esclude di cambiare la legge che tutela l'indipedenza della banca centrale. I mercati finanziari hanno già mostrato nelle ultime settimane di aver indovinato l'esito delle elezioni e hanno spinto in ribasso lo yen e in rialzo la Borsa giapponese.

Secondo le anticipazioni, Abe intende rilanciare una economia in recessione anche attraverso l'immediata compilazione di un budget straordinario, ossia ricorrendo allo stimolo fiscale nonostante il livello preoccupante del debito statale. Ma lui, per tutta la campagna elettorale, ha sottolineato che l'investimento pubblico trascina quello privato e non può venir meno quando la congiuntura è debole.

Non è nemmeno detto che lui procederà ad aumentare l'imposta sui consumi a partire dal 2014: dipenderà dallo stato dell'economia, Quanto alla politica energetica, con Abe sembra da escludere che il Giappone sancisca la fuoriuscita dal nucleare: più probabile che altri reattori saranno in futuro riattivati (oltre ai due già rimessi in funzione).

Da segnalare, infine, che il nuovo governatoe di Tokyo è Naoki Inose, già vice di Shintaro Ishihara, il governatore che si è dimesso per dar vita a un nuovo partito che si è fuso con quello fondato dal sindaco di Osaka Toru Hashimoto. Ma l'illusione della nascita di un terzo polo - orientato a destar ma anche al decentramento amministrativo - è svanita nelle urne.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi