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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 15:17.

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Park Geun-Hye (Afp)Park Geun-Hye (Afp)

Mentre tutto il mondo balla Gangnam Style (e il video della canzone di Psy su YouTube bordeggia quota un miliardo di visite), nel Paese asiatico si ballano gli ultimi passi che condurranno alle elezioni presidenziali di mercoledì prossimo. A pochi giorni dal voto l'esito rimane incerto, benché i sondaggi mostrino un leggero vantaggio della candidata di centrodestra, Park Geun-hye, sul suo avversario di centrosinistra, Moon Jae-in.

Divisi da un solo anno di età - 60 anni lei, 59 lui - Park e Moon raccontano, attraverso le loro rispettive biografie, l'intera storia della Corea del Sud del Dopoguerra, che a Seul non è iniziato nel 1945 ma nel 1953. Park Geun-hye è la figlia del generale Park Chung-hee, che nel 1961 guidò un golpe militare, prese il potere e rimase poi a capo del proprio regime autoritario per i successivi 18 anni. Nel 1974 un coreano nato in Giappone, simpatizzante del regime di Pyongyang, tentò di assassinarlo, ma a morire fu la moglie del dittatore. Da quel giorno Guen-hye, l'attuale candidata alla presidenza per il Partito Nuova Frontiera di centrodestra, allora appena ventiduenne, accompagnò il padre nella sua vita politica, surrogando di fatto la mancanza di una first lady.

Nel 1979, in un crescendo shakespeariano, la "corte" del regime sudcoreano si intrise nuovamente di sangue, quando il presidente-generale Park fu ucciso dal capo del suo servizio di intelligence. Negli anni successivi, tra repressioni spesso brutali e rinnovate proteste popolari, la Corea del Sud si avviò faticosamente verso quella democrazia che fu finalmente raggiunta nel 1987. Legata al turbolento passato, neanche troppo remoto, del Paese è anche la biografia del candidato del Partito di Unità Democratica, Moon Jae-in, che, da studente, fu invece un attivo oppositore dell'autoritario presidente Park e per questo assaggiò l'arresto e l'espulsione dall'università.

Può la figlia di un dittatore diventare la presidentessa democraticamente eletta della Corea del Sud? Sì, secondo i sondaggi, ma soprattutto per i cittadini con più di cinquant'anni, che non dimenticano come il padre della candidata, pur esercitando un potere pochissimo incline al pluralismo politico, pose anche le basi del miracolo economico del Paese, che è ora la quarta economia dell'Asia. No, sempre secondo i sondaggi, per i cittadini di venti e trent'anni che inclinano perlopiù verso un voto a Moon, specie dopo che il terzo incomodo, l'imprenditore informatico Ahn Cheol-soo, che era riuscito a raccogliere molti consensi tra i giovani stufi di un bipolarismo ideologizzato, si è ritirato dalla corsa presidenziale e ha invitato a far convergere i voti sul candidato di centrosinistra.

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