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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2012 alle ore 16:39.

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Fare a meno dell'Imu? Forse è meglio ricordarsi che prima c'era l'Ici. I municipi, si sa, non vivono d'aria e abrogare completamente l'attuale imposta (parente strettissima della precedente) significa semplicemente doversi procurare lo stesso gettito altrove. Del resto l'Imu non nasce con Monti ma con il governo Berlusconi, che certo l'aveva concepita un po' diversamente.

Anzitutto per l'entrata in vigore (il 2013), poi perché avrebbe assorbito altre imposte come quelle di registro e l'Irpef immobiliare. Ma soprattutto perché il gettito iniziale sarebbe stato minore, di fatto quello dell'Ici più le altre imposte assorbite, e mantenendo a grandi linee il sistema delle agevolazioni Ici. Il tutto in vista dell'ormai defunto federalismo.

La scelta di Monti è stata quella di assorbire nell'Imu solo l'Irpef immobiliare, ma soprattutto di raddoppiarne il gettito a fronte di drastiche riduzioni dei trasferimenti ai Comuni. Questi ultimi, poi, hanno alzato le aliquote all'inverosimile, portando il gettito dai 19 miliardi inizialmente previsti ai quasi 24 di saldo reale. L'ultima Ici era sui 9 miliardi.

L'effetto, quindi, è stato avvertito pesantemente sui redditi dei meno abbienti perché, mentre i trasferimenti ai Comuni provenivano in laghissima misura dalle imposte principali (Irpef e Iva), quindi si "spalmavano" in modo proporzionale ai redditi e ai consumi, l'Imu non riconosce ricchi e poveri ma solo la rendita catastale. La quale, si sa, è una delle basi imponibili meno eque del sistema fiscale italiano. Inoltre, come per l'Ici, l'abitazione principale era esente nella versione dell'Imu berlusconiana: con la nuova Imu, anche se in molti casi gli importi sono stati piccoli, in altri (come nelle grandi città) si è trattato invece di pagare centinaia di euro. E del resto la perdita del'Ici sull'abitazione principale era costata ai Comuni oltre 3 miliardi, che di fatto il governo non restituiva mai.

Ecco perché l'Imu, che ha colpito sorattutto gli immobili diversi dall'abitazione principale, è diventata così odiosa: di fatto, quei 24 miliardi, il 150% in più rispetto all'Ici, sono stati distribuiti ingiustamente. Le rendite catastali non hanno da tempo alcun legame con il valore reale dell'immobile né tantomeno con il reddito del proprietario ed è questo aspetto alla base dell'iniquità.

Certo abrogare l'Imu non può voler dire che il gettito, magicamente, possa essere perduto. Ma di sicuro si può tornare a un'imposizione più legata alla realtà (redditi e consumi) e non alla "colpa" di possedere un immobile. Sfugge, inoltre, un altro aspetto: perché solo i proprietari e non gli inquilini sono tenuti a pagare i servizi comunali generali (esclusa cioè la Tarsu); come se i secondi non ne usufruissero?

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