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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2012 alle ore 15:47.

Esse sono sei: le prime due, riguardano il deficit e il debito. Il Parlamento nazionale ha già modificato l'art. 81 della Costituzione, introducendovi il principio del pareggio strutturale del bilancio. È un obiettivo realizzabile nei tempi previsti (2013), dato il netto miglioramento già ottenuto nel 2012, malgrado il grave peggioramento del ciclo economico, che produce effetti di aumento dell'indebitamento nominale.
Quanto al debito, l'obiettivo fissato nel Fiscal compact e nelle Raccomandazioni è conseguibile, in presenza di una ripresa, anche non vivace, dell'economia, grazie all'effettivo mantenimento nel tempo del pareggio strutturale. Ma può e deve essere accelerato attraverso operazioni sul patrimonio pubblico.

Le altre quattro raccomandazioni – inerenti alla crescita e all'equità – riguardano il mercato del lavoro, l'efficienza della Pubblica Amministrazione, l'istruzione e la giustizia. Una strategia di radicali riforme strutturali – appena avviate dal Governo Monti – è comunque necessaria, anche se potesse prescindersi dalle raccomandazioni europee.
L'occasione della presentazione della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e della discussione/approvazione delle relative risoluzioni parlamentari è ottima per fissare un orientamento preciso del sistema Paese su questo insieme di problemi: il Governo può e deve fissare gli obiettivi per il 2013, sia per ciò che attiene alla finanza pubblica (deficit e debito, in primo luogo; ma anche obiettivi di spesa, distinti per sottosettori e, separatamente, obiettivi di pressione fiscale), sia per le riforme strutturali (disegni di legge collegati alla legge di Stabilità). Il Governo può e deve definire questi obiettivi in termini triennali (2013-2016), ma può andare ben oltre il triennio.

A loro volta, i gruppi parlamentari non solo devono approvare con apposita risoluzione la Nota di aggiornamento del DEF, ma possono a loro volta formulare impegni, almeno per il triennio e oltre.
Di qui la possibilità che l'Italia, alla fine di questo processo – cioè entro il dicembre 2012 – giunga a definire una sorta di Agenda 2020, che potrebbe fare da cornice condivisa a più particolari proposte programmatiche, nella campagna elettorale, da parte dei singoli partiti, in naturale competizione tra di loro.
Ma non sarebbe la rissa devastante che molti (Visco per primo) paventano.

3- Le scelte essenziali.
3a. Unione fiscale, unione finanziaria, unione politica.
L'Italia può oggi svolgere un ruolo trainante per accelerare la costruzione delle strutture federali – politico-istituzionali, economiche, fiscali e bancarie – che rendano l'Unione Europea capace di perseguire efficacemente e secondo linee corrette, democraticamente decise e controllate, la crescita economica e lo sviluppo sociale del continente. L'accordo del 28-29 giugno 2012 – dalla vigilanza bancaria alla garanzia comune sui depositi, all'intervento sulle crisi bancarie, passando per l'effettiva attuazione del dispositivo anti-spread – deve essere attuato con la piena attivazione del M.E.S., accettando pienamente l'Italia la relativa condizionalità.

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