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Questo articolo è stato pubblicato il 26 dicembre 2012 alle ore 09:55.

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La recente strage in Connecticut ha avuto strascichi pesanti in Colorado e l' "effetto farfalla" associato alla teoria del caos non è applicabile. Il pensiero ritorna ad Aurora (in Colorado) dove, lo scorso 20 luglio, James Holmes ha aperto il fuoco in una sala cinematografica uccidendo 12 persone e ferendone altre 58.

A poche ore dalla strage di Newtown in cui hanno perso la vita 26 persone (di cui 20 bambini) il Colorado Bureau of Investigation ha espresso preoccupazione per quello che viene definito "un picco di richieste senza precedenti" e la Brownells, azienda leader nella fornitura di armi e accessori, chiede pubblicamente scusa per il ritardo con cui evade le ordinazioni, evidentemente in affanno davanti ad una simile domanda.

Il massacro di Newtown (nel Connecticut) ha fatto effetto soprattutto in Colorado, Stato in cui le leggi sono molto permissive in materia di acquisto d'armi ma ciò non deve ingannare lasciando trasparire l'immagine di un'America disorientata; al contrario è fin troppo determinata.

Se da una parte nell'impennata della domanda di armi gioca il rinnovato senso di paura, dall'altra ha un peso la proposta che il Congresso americano valuterà a gennaio il quale, su iniziativa del senatore democratico Dianne Feinstein, deciderà su eventuali limitazioni di vendita e trasferimento di un centinaio di armi, tra le quali l'ormai famigerato AR-15 usato da Adam Lanza a Newtown.

Una serie di leggi più restrittive erano già state attuate dall'amministrazione Clinton nel 1994 per poi essere abrogate, dieci anni dopo, sotto l'egida della presidenza Bush junior.

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