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Questo articolo è stato pubblicato il 26 dicembre 2012 alle ore 14:14.

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Le donne possono provocare così tanto da meritarsi la morte? Detta così, pare una frase uscita dalle peggiori carceri del mondo. Eppure le carceri non c'entrano niente. Questa posizione estrema sul femminicidio arriva da ambienti vicini alla Chiesa. Anzi, addirittura interni alla Chiesa.

Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, sul blog Pontifex, era stato pubblicato un articolo a firma di Bruno Volpe dal titolo: "Le donne e il femminicidio: facciano sana autocritica. Quante volte provocano?". Un editoriale per commentare una ferita sanguinante, se si pensa che in questo 2012 ormai alle battute finali sono ben 118 le donne uccise da mariti, compagni, amici o padri. Da uomini, insomma.
E nell'articolo di Volpe era scritto: «Domandiamoci. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, ... si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti». Parole violentissime che scatenarono reazioni a catena, soprattutto sui social network.
Il Natale e l'ipnosi delle feste avrebbero dovuto cancellare in fretta questa storia triste, assopendo le polemiche delle prime ore.
E invece ci ha pensato un parroco di provincia a gettare la proverbiale benzina sul fuoco. Don Piero Corsi ha fatto affiggere un estratto dell'articolo di Volpe sulle porte della chiesa di San Terenzio, a Lerici (Spezia). Il prete, che negli anni scorsi aveva fatto parlare di sé per i volantini satirici contro Islam e immigrati, non ha perso occasione per tornare alla ribalta nazionale.

IL VOLANTINO
Nel volantino si fa l'analisi «del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e tv chiamano appunto "femminicidio"». E si accusa la stampa «fanatica e deviata» che «attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione questa spinta alla violenza». E poi ancora. «Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise».
Poi un passaggio sulla violenza sessuale: «Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?».

LE REAZIONI
Inevitabili le reazioni di sdegno. Su Twitter si consumano i cinguettii contro il parroco ligure. La giornalista Sky, Ilaria D'Amico, chiede la rimozione non solo del volantino ma dello stesso don Piero. Telefono Rosa ha chiesto alle massime autorità civili e religiose «che si attivino perché venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco e che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne»
«Non è solo un problema di forma o di dignità lesa - scrive il presidente dell'associazione Moscatelli -. Noi di Telefono Rosa riteniamo che questo messaggio sia una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. Chiediamo che sia lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, che proprio ieri nel suo discorso ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne intervenga attraverso i ministri competenti. Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo della Spezia. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile».
Don Piero, da parte sua, non ha accolto benissimo i giornalisti che hanno provato a chiedergli spiegazioni. Non proprio un'atmosfera natalizia, insomma.

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