Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2012 alle ore 11:51.

My24

Si allarga la pattuglia di magistrati in corsa per un posto in Parlamento. Dopo il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, da ieri ufficialmente candidato Pd nel "listino" Bersani, oggi è la volta dell'ex procuratore aggiunto a Palermo, Antonio Ingroia, che ha sciolto le riserve annunciando la sua candidatura alla premiership per la lista promossa da "Io ci sto": «Siamo in una emergenza democratica. E allora, come ho detto, io ci sto. È venuto il momento della responsabilità politica. Alla società civile e alla buona politica dico "grazie" perche hanno fatto un passo avanti».

«Saremo milioni per fare una rivoluzione pacifica»
A poco più di una settimana dalla manifestazione promossa dai sindaci di Napoli, Luigi De Magistris e di Palermo, Leoluca Orlando, che ha tenuto a battesimo la nuova lista civica arancione, Ingroia (che ha già ottenuto l'aspettativa per «motivi elettorali» dal Csm) è dunque il candidato premier ufficiale di chi si riconosce nel manifesto in dieci punti del magistrato "Io ci sto". «Saremo milioni, spiega, perchè vogliamo fare una rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una rivoluzione civile per la quale abbiamo costituito una lista, per la quale mi candido a premier».

"Rivoluzione civile", nel simbolo anche il suo nome
«Da magistrato - ammette nel corso della conferenza stampa di presentazione del suo schieramento "Rivoluzione civile" nel cui simbolo, per metà arancione, compare il suo nome - non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso». «Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un paese normale e in una situazione normale».

La candidatura di Grasso nel Pd «Un errore di Bersani»
Nel corso della presentazione della lista, Ingroia critica anche la "scesa in campo" del collega magistrato Grasso nelle file del Pd, definita «un errore» da parte di Bersani: «Nel maggio del 2012 Grasso voleva dare un premio a Berlusconi - ha proseguito il magistrato - per meriti nella lotta alla mafia. È diventato procuratore antimafia grazie ad una legge approvata sempre da Berlusconi che ha escluso la candidatura di Giancarlo Caselli. Noi, invece, con più coerenza candideremo il figlio di Pio La Torre», l'esponente politico del Pci ucciso dalla mafia a Palermo nel 1982.

Orlando (Idv): «Candidatura motivo di speranza per l'Italia»
Soddisfatto uno dei principali "sponsor" di Ingoia, Leoluca Orlando, che in una nota sottolinea come «La decisione di Antonio Ingroia di mettere a servizio del Paese la propria esperienza di legalità e la propria credibilità internazionale é un motivo di speranza per il nostro Paese, mortificato da anni di berlusconismo e dal montismo subalterni a poteri forti e speculativi del tutto indifferenti alle emergenze e bisogni sociali».

L'endorsment dell'Italia dei valori
In giornata, arriva anche l'endorsment per Grasso da parte dell'Italia dei Valori: l'Idv - annuncia il leader Antonio di Pietro in una intervista a Tgcom24 - «si mette a disposizione di quei movimenti che vogliono fare una rivoluzione civile. Servono in Parlamento persone che si interessano dei cittadini. Candidiamo Ingroia presidente del Consiglio perché ha dimostrato di avere la schiena dritta davanti ai poteri forti collusi con la mafia».

Gasparri (Pdl): «Ingroia da sempre magistrato di parte»
La candidatura di Ingroia, «da sempre in campo come politico di parte ed ennesimo protagonista della trasformazione di settori della magistratura in autentici partiti» non sorprende il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: «Come dubitare ora che molte sue iniziative siano state preparatorie di questa scelta? Come negare che il suo comportamento, ma anche quello di altri magistrati meno estremisti ma protagonisti di clamorose svolte politiche, rende sempre meno credibile l'indipendenza della magistratura?».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi