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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2013 alle ore 14:31.

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Federico Pizzarotti (Lapresse)Federico Pizzarotti (Lapresse)

Brutta fine e peggior inizio d'anno per la giunta comunale a 5 Stelle di Parma che, dopo aver registrato il no del tribunale del Riesame alla richiesta di sequestro dell'inceneritore, ora conta i giorni che mancano alla sua inevitabile accensione.
Politicamente quella registrata dai grillini di Parma è la prima vera sconfitta: sul no all'inceneritore Federico Pizzarotti aveva costruito la sua campagna elettorale riuscendo a intercettare il consenso anche di un elettorato moderato che se non fosse stato per quella battaglia sul "camino", forse non lo avrebbe votato.

L'onore delle armi va comunque concesso alla giunta parmense che, non appena insediata, ha inforcato la strada legale per opporsi all'inceneritore: strada necessaria per dar corso, o tentare di farlo, a quei proclami lanciati dal palco dallo stesso Beppe Grillo che in proposito sbraitava: «Passeranno sui nostri corpi». Ora, il "camino" è ancora spento, in attesa del collaudo che dovrebbe avvenire a giorni, ma dei toni battaglieri del leader grillino non si sente più nemmeno l'eco. A poche ore dalla sentenza del Riesame Pizzarotti dichiarava: «Siamo partiti per spegnere l'inceneritore e abbiamo acceso la luce su un sistema torbido che è ancora tutto da rendere chiaro. Le motivazioni che hanno portato il Tribunale del Riesame a rigettare l'ipotesi di sequestro sono molto precise: infatti resta ancora tutto da verificare se sussistono ipotesi di reato gravi come l'abuso d'ufficio e la corruzione. Le battaglie si combattono anche se non sei sicuro di vincerle e noi questa battaglia l'abbiamo sempre vissuta così ogni giorno e continueremo a farlo». Magra consolazione per il sindaco che, però, per mostrare la volontà di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale (almeno quelle che dipendono direttamente da lui), a pochi giorni di distanza dalla batosta sul termovalorizzatore pubblicava la sua busta paga da primo cittadino decurtata.

Secondo il management di Iren, società che controlla il "camino" parmense, l'accensione dei forni dovrebbe avvenire già in questo mese di gennaio, o al massimo entro febbraio. Del resto con la sentenza favorevole del Riesame che sancisce la mancanza di indizi che giustifichino l'ipotesi di reato di abuso edilizio, Iren viaggia tranquilla. Ultima nota, da registrarsi per la cronaca, è che il team di collaudatori, formato da tre esperti, verrà pagato circa 55mila euro dalla stessa multiutility. Multiutility che ne ha anche nominato uno: come dire che è il controllato che paga il controllore e questo a molti comitati cittadini no-termo non va (comprensibilmente) giù.

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