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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 10:34.

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Lo aveva difeso a spada tratta. Definendolo «uno strumento per evitare la procedura di infrazione Ue», un «piano moderno che parte dalla differenziata per arrivare alla chiusura integrata del ciclo». E invece il presidente dimissionario della Regione Lazio, Renata Polverini, si è vista bocciare ieri il piano di gestione rifiuti approvato dalla sua giunta nel 2010 e ratificato definitivamente dal consiglio regionale a gennaio 2012, proprio per la violazione delle direttive comunitarie. La presidenza della Regione ha già annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato, argomentando tra l'altro in una nota che «il 21 giugno 2012 la Commissione Ue ha chiuso la procedura di infrazione» risalente a una sentenza del 2007 della Corte di Giustizia Europea. Va segnalato tuttavia che resta aperta un'altra procedura di infrazione, aperta nel 2011 dalla Ue per lo smaltimento di rifiuti nella discarica di Malagrotta senza previo trattamento.

Esultanza dei Verdi
La bocciatura del Tar (che ha accolto un ricorso presentato dai Verdi e appoggiato dalla Provincia di Latina) è stata accolta con soddisfazione dagli ambientalisti. «È la prova della totale incapacità dela giunta che lo aveva presentato», chiosa Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi. Il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani (Pdl), va oltre. Per lui infatti non solo «il piano regionale dei rifiuti è tutto da rifare». Ma la bocciatura del Tar ferma «il disegno politico di far diventare le province le pattumiere del Lazio». Il riferimento è al decreto firmato dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini solo una settimana fa che conferisce pieni poteri al commissario Goffredo Sottile per uscire dall'emergenza rifiuti a Roma. A partire dalla possibilità di trattare le 1.200 tonnellate di rifiuti romani giornalieri eccedenti la capacità impiantistica della capitale, negli impianti Tmb sottoutilizzati situati nelle altre province laziali. Superando così l'assetto attuale degli Ato provinciali (previsti proprio dal piano rifiuti della Regione).

Le rassicurazioni di Clini
In realtà, a dispetto delle attese di Cusani, la decisione del Tar di fatto non dovrebbe mutare lo scenario in cui si sta muovendosi il supercommissario ai rifiuti per Roma. Il ministro Clini fa sapere infatti che il suo decreto supera il vecchio piano regionale basato sulle competenze provinciali. E che perciò la sentenza non cambia finalità e tempistiche contenutenel decreto. A partire dall'obiettivo, in linea con le direttive Ue, di smaltire al massimo entro due mesi nella discarica di Malagrotta (prorogata da Sottile fino a fine giugno) solo gli scarti dei rifiuti trattati nei Tmb. E non più rifiuti "tal quali" come accade ancora oggi.

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