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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 08:05.

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Rivoluzione nell'azionariato della compagnia aerea Meridiana. La società, in gravi difficoltà finanziarie, indica di aver preso atto dell'accordo tra Meridiana Spa (che fa riferimento al fondo Akfed dell'Aga Khan) e gli altri ex soci (Air Italy Holding) del gruppo stesso. Ebbene, in base all'intesa gli ex azionisti Marchin Investment, Pathfinder e Zain Holding cederanno il loro pacchetto azionario (complessivamente circa il 38,71% del capitale) alla Meridiana spa. In particolare, quest'ultima pagherà 0,506 euro per azione all'ex socio Marchin; l'esborso, invece, per i titoli in mano a Pathfinder e Zain sarà di 0,596 euro ogni azione. Si tratta di valori che, con riferimento alla prima tranche di azioni, sono a sconto rispetto alla chiusura di ieri. Meridiana, infatti, ha concluso le trattazioni a 0,5845 euro.
A questo punto Meridiana spa arriverà a detenere l'89,91% di Meridiana fly. La sua intenzione, si legge in un comunicato congiunto con gli ex soci, è quella di «continuare a supportare finanziariamente la compagnia» con il sostegno dell'azionista di controllo, per l'appunto il fondo Akfed dell'Aga Khan.

Con l'uscita degli ex azionisti di Air Italy, lascia anche l'amministratore delegato, fondatore di Air Italy, Giuseppe Gentile e con lui il chief commercial officer Alessandro Notari. Nuovo amministratore delegato é Roberto Scaramella, aviation director del fondo dell'Aga Khan. Stessa delibera è stata assunta da Air Italy.

Al di là dell'avvicendamento ai vertici aziendali, la società conferma le linee guida del piano industriale. Cioè, la presenza della compagnia in tutte le aree strategiche a fronte, però, di una significativa riduzione della capacità produttiva. Una diminuzione, si legge sempre nel comunicato aziendale, il cui «effetto sul personale è mitigato dall'estensione degli accordi relativi alla cassa integrazione straordinaria».

Infine, ma non meno importante, l'azienda conferma la convocazione dell'assemblea dei soci per deliberare ex art. 2446 cc. (cioè per perdite superiori a un terzo del capitale), senza però escludere altre misure di capitalizzazione che possono essere necessarie. Vale a dire, si fa avanti con forza l'ipotesi dell'aumento di capitale necessario a salvare la società.

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