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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 21:12.

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I numeri non spiegano sempre tutto ma qualche volta ci riescono. I numeri dicono che a Napoli – periodicamente alle prese con l'emergenza rifiuti, soprattutto quando c'è un'elezione alle porte – inviare una tonnellata di spazzatura in Olanda costa da 107 a 111 euro. Lo stesso carico, se fatto viaggiare sui bilici, costa ora – e solo grazie alla concorrenza marittima – da 129 a 156 euro.

I numeri dicono ancora che per ogni 10 navi spedite da Napoli in Olanda vengono tolti dalla strada almeno mille camion. Da quando Sapna (la società di gestione ambientale della provincia di Napoli) ha deciso di far salpare il carico di "monnezza" verso gli impianti olandesi, dalla strada sono stati tolti almeno tremila camion che appestavano l'ambiente.
Ciò che i numeri non dicono è che un'operazione del genere sottrae potere alla camorra che proprio sul trasporto (oltre che sullo raccolta e lo smaltimento) ha fondato un business miliardario.

Per dare un'idea basti riportare l'intercettazione del 6 marzo 2006 tra Pasquale e Carmine Zagaria, fratelli del capoclan dei Casalesi, Michele. I due, non sapendo di essere intercettati dalla squadra mobile di Caserta, chiacchierano amabilmente nel salotto di casa. «I rifiuti – dice Pasquale a Carmine – li caricano a Caivano e li portano a Cancello, ci stanno le discariche dove scaricare. Pagano a chilometri. Devono andare a Taranto quegli altri camion a scaricare. Sta roba mi ha fatto 14 milioni dal 2004 a oggi (6 marzo 2006 ndr) più altri 4/5 milioni quell'altro, sono 20 milioni. Alla fine il 10% fino a oggi ce lo ha sempre dato».

Una questione solo campana quella dell'ingerenza della criminalità organizzata nel business dei rifiuti? Assolutamente no. In Puglia lo dicono le indagini, in Sicilia l'ultima operazione risale al 10 gennaio e in Calabria la situazione è talmente grave che il 23 giugno 2011 la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti votò un documento nel quale si diceva che «le inefficienze del sistema hanno favorito l'inserimento nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata, che è particolarmente presente nella provincia di Reggio Calabria, laddove, a fronte di un giro d'affari di complessivi 150 milioni all'anno, pari al 2% del Pil del territorio, solo 12 imprese delle 161 che si occupano di rifiuti hanno ottenuto la certificazione antimafia negativa, mentre 115 imprese risultano addirittura sconosciute al sistema. Si desume agevolmente che le imprese prosperano in modo anonimo con i subappalti o con la prestazione di manodopera».

Il ricorso alle navi, che si occupano di tutto (dall'imbarco al conferimento e che fanno capo a più compagnie) ha fatto crollare il prezzo anche su strada, ancora comunque più elevato, a testimonianza del fatto, come dice il vicesindaco di Napoli con delega all'Ambiente, Tommaso Sodano, «che il mercato era drogato e che profitti immensi giravano senza controllo. Ciò che i numeri non dicono, mi permetto di aggiungere, è soprattutto che quest'operazione rompe il patto tra politica inquinata e clan, soprattutto quando il voto è dietro l'angolo».

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