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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 14:00.

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I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno respinto oggi la richiesta della difesa di Silvio Berlusconi, tra gli imputati per il caso Mediaset, di sospendere il processo a dopo le elezioni. Il dibattimento prosegue.

«La campagna elettorale non è un impegno istituzionale». Anche per questo motivo i giudici del hanno rigettato l'istanza dei legali di Silvio Berlusconi di rinviare a dopo le elezioni il processo in cui l'ex premier è imputato di frode fiscale. «Le motivazioni addotte dall'imputato appaiono talmente generiche che non consentono di comprendere come le udienze interferiscano con la campagna elettorale», si legge in un passaggio dell'ordinanza. Il processo, dunque, andrà avanti regolarmente per cinque udienze fino al primo marzo.

Per l'avvocato Niccolo Ghedini, deputato Pdl e difensore dell'ex premier, «La situazione a Milano nei processi al Presidente Berlusconi è ormai insostenibile e fuori da ogni logica», sottolineando come la decisione dei giudici incide «pesantemente sulla possibilità di svolgere efficacemente e liberamente la campagna elettorale».

Nel suo sfogo, Ghedini ricorda come «Al di là della storica prevenzione nei suoi confronti di parte della magistratura», della continua «compressione della possibilità di difendersi» e al di là di sentenze «palesemente ingiuste» e provvedimenti «che hanno determinato gravi crisi politiche»,come l'informazione di garanzia del 1994, che causò la caduta del Governo, «quanto meno si era sempre consentito di svolgere serenamente la campagna elettorale».

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