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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 13:42.

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Nessun pericolo che in Italia i comunisti prendano il potere. Silvio Berlusconi ha torto. Lo ha detto il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti, e leader delle forze centriste per le prossime elezioni, nel suo intervento su Radio 2. «Apprezzo gli sforzi del Pd e Berlusconi ha torto nel dire che c'è un pericolo comunista» - ha affermato -, anche se «Il Pd ha una storia gloriosa, dalla quale si é andato gradualmente affrancando, all'inizio ad esempio non ha appoggiato la costruzione europea».

Provinciale sulla Merkel
«Provinciale». Questa é la critica che piove su Silvio Berlusconi da Mario Monti, quando si parla di asservimento del Professore a Angela Merkel. «Una critica fatta per ragioni che comprendo - spieha Monti - e che proviene da persone e partiti che hanno avuto qualche difficoltà nel rapportarsi con il mondo internazionale. Come appunto, spesso, nel caso del presidente Berlusconi, amichevole e cordiale, e per questo ricordato molto incisivamente dai suoi ex colleghi, ma con difficoltà di incisione sulla realtà delle cose». «E poi - dice ancora - fa comodo dire che dovuto imporre certi sacrifici, non perché fossero necessari per togliere l'Italia dal baratro ma perché imposti dalla Germania. Questo é un discorso provinciale».

Ridurremo l'astensione
L'iniziativa politica di Mario Monti «potrà diminuire l'astensione e portare più italiani possibili a votare», in particolare i giovani. Alla domanda sui giovani che non votano perchè sfiduciati nei confronti della politica, il premier ha replicato: «È un sentimento giustificato se guardiamo al passato,come quando abbiamo avuto una politica che ha privilegiato le corporazioni esistenti a danno dei giovani. Che ora possono o continuare così e chi può andare all'estero, o prendere coscienza della propria forza cercando di cambiare la politica con un impegno diretto e votare coloro che ritengono più lontani dalla politica tradizionale, che non hanno interessi costituiti da difendere e che sollecitano i membri e i giovani della società civile a battersi direttamente».

Non credo di aver mai violato i consigli di Napolitano
«I consigli del presidente Napolitano per me sono molto molto importanti. Con lui ho avuto molte conversazioni, e non credo di aver violato alcuno dei suoi consigli», ha detto Monti. Il candidato premier di Scelta Civica ha ribattuto poi alle accuse di immoralità arrivate da più parti dopo la scelta di 'salire' in politica, ad esempio da Eugenio Scalfari e da Massimo D'Alema: «La stima che ho per loro non mi porta a considerarle minimamente in grado di valutare la mia moralità». E a proposito di 'Repubblica' ha ricordato un episodio del giugno '98: «Da commissario europeo dichiarai che il piano finanziario presentato a Bruxelles dal governo Prodi non ci avrebbe portato a far parte dell'euro fin dal primo giorno, come poi si è verificato visto che il piano è stato poi accelerato. Il giorno dopo la 'Repubblica' aveva una prima pagina pesantissima contro di me anche dal punto di vista morale perchè ho detto la cosa che andava detta, tanto che poi Prodi ha fatto una cosa fantastica». Insomma, «non sono queste persone che possono giudicare della moralità». Semmai, la scelta di 'salire' in politica è dipesa dalla consapevolezza che «c'era davvero bisogno di dare una svolta al Paese. È lo stesso spirito con il quale mi sono messo a convincere certe persone che anche loro dovevano impegnarsi».

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