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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 16:34.

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Campagna elettorale,l'ombra di tv e social network sulla piazza. Morcellini: i comizi? Roba da Prima RepubblicaCampagna elettorale,l'ombra di tv e social network sulla piazza. Morcellini: i comizi? Roba da Prima Repubblica

Addio cara, vecchia piazza, teatro di mille battaglie. La campagna elettorale che ci sta conducendo dritti dritti alle elezioni del 24 e 25 febbraio strizza sempre più l'occhio a tv e social network. Dal loro profilo i candidati comunicano che parteciperanno a questa o a quella trasmissione televisiva. Puntano tutto su "hashtag" e "tweet", nella convinzione che siano più convincenti di un gesto o di uno slogan lanciato in un comizio. Per quanto riguarda poi quelle indicazioni "a pelle" che solo la piazza può dare, i sondaggi coprono le spalle.

Il web cambia il modo di fare politica: meno piazze, più twitter
Al di là dei manifesti che continuano a tappezzare i muri dei quartieri o le fermate di autobus e metropolitane, con un bombordamento continuo di volti e simboli elettorali, i candidati avvertono sempre meno l'esigenza di essere fisicamente presenti là dove un'opinione politica nasce e si consolida: le piazze, i mercati, i centri sociali, gli oratori, insomma tra la strada. «La tv è il luogo in cui si amplificano i temi. Questa volta - osserva il sociologo dei processi culturali e comunicativi Mario Morcellini - sembra che le telecamere tirino la volata ai social network. Twitter aiuta il politico a individuare una o più parole chiave, che andrà poi a sviluppare in tv». In questo rimpallarsi di segnali e ammiccamenti tra studi televisivi e pc, la presenza sul territorio è destinata a perdere peso. «La piazza, che comporta un impegno molto più gravoso rispetto a una comunicazione sul web, è una bella icona per criticare l'invadenza della televisione - spiega Morcellini - ma se il tubo catodico non ne parla, la piazza scompare». Il destino del comizio è dunque già scritto? Non proprio, c'è ancora una speranza. La piazza, avverte il sociologo, è «un luogo politico interessante per le emozioni che suscita. Da questo punto di vista, che considero fondamentale in democrazia, non c'è social network che tenga».

Grillo e il Pd cercano l'elettore sul territorio
Le strategie dei principali protagonisti delle elezioni di febbraio divergono. Con lo "Tsunami tour", ad esempio, Beppe Grillo ha fatto dei comizi una priorità (ma l'ex comico con il suo blog ha intuito da tempo tutte le potenzialità del web). La tv è vista dall'ex comico sempre con un po' di sospetto, teme che il suo messaggio possa essere manipolato. Il Pd ha la presenza sul territorio nel suo dna (il segretario del Pci Enrico Berlinguer venne colpito da un ictus mentre faceva un comizio a Padova; ancora oggi Pier Luigi Bersani sceglie di fare campagna elettorale nella sua Bettola, in provincia di Piacenza - dove è nato - e il rottamatore Matteo Renzi , in occasione delle primarie, ha girato l'Italia con il camper).

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