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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2013 alle ore 09:42.

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L'attesa confessione di Lance Armstrong ai microfoni della giornalista americana Oprah Winfrey ha scoperchiato un vaso di Pandora che rischia di causare all'ex re dei Tour de France non poche grane legali collegate sia alle richieste di risarcimento per le sposorizzazioni ricevute dallo sportivo che ai diritti editoriali associati alle autobiografie pubblicate.
L'azienda texana SCA Promotions si prepara infatti a portare Armstrong in Tribunale con una richiesta di 12 milioni di dollari di risarcimento danni per i bonus ricevuti dal ciclista in seguito alle vittorie del quarto, quinto e sesto Tour.
Secondo Jeff Tillotson, l'avvocato che sta seguendo SCA in questa causa, Armstrong non aveva né il diritto legale né morale di intascare i bonus.
Già in seguito al Tour 2004, la SCA aveva avanzato la possibilità che Armstrong non avesse vinto in modo pulito e aveva inizialmente rifiutato di pagare il bonus di 5 milioni di dollari previsto.
In quel caso, la disputa era stata risolta a favore di Armstrong da un Tribunale arbitrale.
Ma la causa depositata da SCA sarà difficilmente l'unico ostacolo legale che aspetta l'ex ciclista.
Un altra azione arriva dall'ex compagno di squadra di Armstrong Floyd Landis, che chiede giustizia in merito ai circa 30 milioni di dollari di sponsorizzazioni ricevute da Armstrong e dai suoi manager per i Tour vinti.
In un'intervista con la stampa americana, l'esperto di diritto sportivo Geoffrey Rapp ha spiegato che Armstrong difficilmente dovrà affrontare casi penali, ma che le ammissioni pubbliche durante l'intervista video rendono difficile una difesa dai casi civili. Oltre a bonus e sponsorizzazioni, un altro fronte scoperto per l'ex ciclista é quello editoriale.
Armstrong ha già ricevuto due citazioni da distributori dell'industria editoriale che chiedono un risarcimento in quanto lo sportivo ha "venduto fiction come autobiografia". Si tratta dunque di un caso di frode.
Oggetto della contesa sono i due romanzi autobiografici pubblicati da Armstrong nel 2000 e nel 2003, in cui l'autore conferma la propria avversione per le sostanze dopanti, in particolare in seguito alla guarigione da una grave forma di tumore ai testicoli.
Nel depositare la causa, Rob Stutzman ha per esempio affermato che se avesse saputo la verità sul doping assunto da Armstrong non avrebbe comprato le opere del ciclista.
La causa iniziata da Stutzman rischia infine di diventare un'azione di classe, in quanto altri lettori che avevano trovato ispirazione nella storia del ciclista e della sua lotta contro la malattia potrebbero avviare simili azioni di richiesta di risarcimento, andando ad appesantire il fronte legale che Armstrong dovrà affrontare in seguito alla confessione.
(Chiara Albanese è reporter di Investment Europe)

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