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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 16:54.

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Ucraina e Russia sono ai ferri corti, ancora una volta sulla questione del gas. Materia del contendere una maxibolletta dal sette miliardi di dollari del 2012 che Mosca ha inviato a Kiev venerdì, poche ore prima della firma di un accordo da dieci miliardi di dollari sull'estrazione di gas con il colosso anglo olandese Shell, mirato proprio ad alleviare la dipendenza dell'Ucraina dal gas russo.

Bolletta che Kiev non vuole pagare. Sono passati quattro anni da quando il colosso russo del gas Gazprom interruppe le forniture all'Europa attraverso i gasdotti ucraini, mettendo in luce quali danni le dispute bilaterali possono fare a clienti lontanissimi come Italia e Francia.

«Non pagheremo» ha detto all'Afp una fonte di alto livello ucraina, mentre la compagnia pubblica del gas Naftogaz ha definito la superbolletta una forma di pressione diplomatica per strappare il controllo della rete dei gasdotti ucraini. «La vediamo come un forma di pressione che giunge mentre sono in corso negoziati sulla creazione di un consorzio di trasporto del gas (con l'Europa) e sulla riduzione del prezzo del gas per l'Ucraina» con la Russia, dice una fonte Naftogaz al quotidiano Kommersant Ukraine. Intanto Bruxelles vigila, sottolineando che «non si attende» stavolta, una riduzione del volumi consegnati in Europa. Timore fondato: alcuni esperti sostengono infatti che per ripicca Mosca potrebbe chiudere i rubinetti del gas verso Kiev e quindi verso di noi.

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