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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 13:05.

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Si parte con la produzione della Quattroporte, la berlina sportiva di lusso giunta alla quinta serie (la prima venne presentata giusto 50 anni fa al Salone dell'auto di Torino). Poi, entro l'estate, arriverà la Ghibli, sempre di Maserati. Quindi, in futuro, potrebbe arrivare un terzo modello – magari Alfa – destinato se non a saturare almeno a far girare a pieno ritmo una fabbrica capace di produrre fino a 400 vetture al giorno.

È questo il piano per lo stabilimento di Grugliasco, alle porte di Torino, inaugurato oggi dal presidente della Fiat John Elkann e dal ceo, Sergio Marchionne. Una vera e propria fabbrica-atelier, acquistata nel 2009 dalle carrozzerie Bertone e diventata il perno del riposizionamento del Lingotto nell'alto di gamma, anzitutto attraverso i suoi marchi premium. Poco prima di premere il bottone che, di fatto, ha avviato la nuova linea di produzione della Quattroporte – le prime auto usciranno dallo stabilimento la settimana prossima – Elkann ha ricordato che «quest'auto avrà un ruolo centrale nei programmi di Maserati dei prossimi anni. Si tratta del più ambizioso piano di sviluppo mai concepito nella storia di Maserati, per la quale è stato necessario ampliare i nostri orizzonti».
Elkann, insieme a Marchionne, è stato accolto dai dipendenti della fabbrica con un grosso applauso: al momento sulla linea sono coinvolte 500 persone, altre 150 sono in formazione ed «entro la fine dell'anno dovremmo assicurare un pieno impiego a tutti i mille lavoratori dello stabilimento», ha annunciato Marchionne: «Un'officina che di glorioso non aveva più nulla se non il proprio passato – ha rimarcato – è stata trasformata in un centro di produzione modello, che oggi è all'avanguardia a livello mondiale».

La fabbrica, su cui il gruppo ha investito circa un miliardo, è stata dedicata a Giovanni Agnelli e, subito dopo l'inaugurazione ha ospitato la riunione del cda chiamato ad approvare i conti del 2012. Parlando con i giornalisti, Marchionne ha confermato l'impegno a «non chiudere nessuno stabilimento in Italia» e ha ricordato che «il 2012 per il mercato italiano dell'auto è stato il quinto anno di declino consecutivo, uno dei peggiori degli ultimi venti. Tutti i costruttori di massa perdono soldi in Europa e soffrono di un problema cronico di sovraccapacità produttiva. Ma la Fiat non intende piegarsi alla crisi di mercato, non intendiamo a rassegnarci a perdere soldi in Europa». Proprio riguardo al Vecchio continente, Marchionne ha confermato che il gruppo «prevede un breakeven nel 2015-2016. Stiamo lavorando velocemente per questo obiettivo».
Marchionne è anche intervenuto sull'uscita del gruppo da Confinudustria: Non intendiamo rientare in Confindustria. Ho incontrato il presidente Giorgio Squinzi con cui ho contatti personali, ma la decisione è già stata presa».

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